L'Ue ci chiede altri 10 miliardi Tria: "No a manovra correttiva"

Da Bruxelles scatta l'allarme sui conti. Ma il tesoro tiene il punto: "I nostri obiettivi non cambieranno". È braccio di ferro

L'Ue ci chiede altri 10 miliardi Tria: "No a manovra correttiva"

I conti dell'Italia restano sotto osservazione. E adesso Bruxelles mette in guardia il governo agitando lo spettro di una manovra correttiva. L'Econfin nelle sue "raccomandazioni specifiche" per i Paesi dell'Unione di fatto chiede al nostro Paese più rigore sui conti: "Serve uno sforzo strutturale di almeno lo 0,3% del Pil nel 2018, senza alcun margine aggiuntivo di deviazione sull'anno". La Commissione Ue spiega anche i motivi della sua richiesta: "C'è un rischio di deviziaione significativa del percorso verso l'obiettivo di medio termine". E così arrivano anche le "cifre" di questi aggiustamenti che l'Italia dovrebbe porre in essere: "Dato il debito sopra il 60%, l'aggiustamento richiesto è dello 0,6 per cento".

Insomma si tratta di bene 10 miliardi. La crifra totale chiesta alle casse del Tesoro così lievita a 15 miliardi che vengono divisi in 5 per questo anno e 10 per il 2019. Ieri sia il presidente del Consiglio Conte, sia il ministro del Tesoro, Giovanni Tria avevano chiuso le porte ad una ipotesi di manovra correttiva. Adesso l'allarme scattato da Bruxelles va in una direzione completamente opposta a quella indicata dal governo.

Ma dall'esecutivo arriva ancora la presa di posizione dello stesso Tria: "Per il 2018 non cambiamo i nostri obiettivi, si vedrà a consuntivo. Non ci sarà un manovra correttiva, riteniamo che sia sufficiente per raggiungere gli obiettivi". A quanto pare il braccio di ferro tra lo stesso ministro e l'Europa è destinato a durare a lungo...

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