Guerra in Ucraina

L'Ue ritenta un accordo sull'embargo del petrolio

Letta attacca Orban:"Il suo veto è scandaloso". Oggi la riunione degli ambasciatori. Gazprom invita al pagamento in rubli

L'Ue ritenta un accordo sull'embargo del petrolio

Slitta ancora l'accordo tra i paesi Ue sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, che include un embargo graduale sulle importazioni di petrolio da Mosca. Sull'embargo al petrolio non ci sarebbe un blocco di tipo politico, riporta l'AdnKronos, bensì la necessità di trovare le modalità che permettano di garantire fonti alternative di approvvigionamento ai Paesi che sono più dipendenti dal petrolio russo, che arriva loro via oleodotto, cioè Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria. Il premier ungherese Viktor Orbán ha detto che le sanzioni al petrolio sarebbero «una bomba atomica per la nostra economia». Sul veto dell'Ungheria si è scagliato il leader Pd Enrico Letta: «Sono scandalizzato, Orbán si pone come chiaro ed esplicito alleato di Putin. Che un unico Paese europeo blocchi le sanzioni è gravissimo e la responsabilità che Orbán si sta prendendo è enorme».

Oggi a mezzogiorno ci sarà una riunione tra gli ambasciatori dei ventisette governi nazionali, con l'obiettivo di approvare il pacchetto nel suo insieme prima del 9 maggio, giorno in cui la Russia festeggia la vittoria nella Seconda guerra mondiale. Secondo l'Ansa a Bruxelles si respira un «cauto ottimsmo», sarebbe emersa una «quadratura», spiegano fonti europee, dagli incontri bilaterali tra i vertici Ue e l'Ungheria. Diversi contatti si sono tenuti anche a livello delle capitali. «Troveremo un accordo, certamente» ha detto l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, in un'intervista a TgCom 24. Ma non è cosa facile. Gli aspetti da mettere a punto sono numerosi: problemi tecnologici, come la necessità di «ritarare» su altri greggi le raffinerie che finora hanno lavorato il petrolio proveniente dalla Russia; problemi di approvvigionamento, perché per Paesi che non hanno sbocchi al mare trovare nuovi fornitori non è semplice; problemi di infrastrutture, perché gli oleodotti non si costruiscono in pochi mesi. Si continua dunque a discutere delle modalità pratiche per rendere una misura come l'embargo (entro sei mesi per il greggio russo, entro fine anno per i prodotti raffinati, con proroghe per alcuni Paesi) praticabile per tutti e questo richiede molto lavoro, data la complessità della materia.

Sugli altri componenti del pacchetto sanzionatorio (la disconnessione da Swift di Sberbank e di altre banche, le designazioni individuali, tra cui il patriarca ortodosso Kirill e Alina Kabaeva, considerata la compagna di Putin, il bando di tre emittenti televisive russe e alcune misure settoriali) i lavori sono invece a buon punto.

Intanto Gazprom ha scritto agli acquirenti europei assicurando che possono pagare il gas in rubli senza violare le sanzioni internazionali che impongono di non effettuare transazioni con la Banca Centrale russa.

Lo scrive Bloomberg che ha letto la lettera con cui Gazprom assicura che una nuova ordinanza del Cremlino «chiarisce la procedura» prevista dal primo decreto sui pagamenti in rubli e spiega che la valuta estera ricevuta viene scambiata in rubli tramite il Centro nazionale di compensazione della Russia, escludendo quindi rapporti diretti con la Banca Centrale.

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