
Prima era toccato agli alpini, accusati (falsamente) di essere impenitenti molestatori di fanciulle e ora ai bersaglieri, incriminati non si sa bene per cosa. A denunciarlo l'europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri che punta il dito contro la lettera scritta da alcuni docenti del Liceo Bramante di Magenta al ministro Valditara «per opporsi all'ingresso dei bersaglieri negli istituti durante le ore di educazione civica perché rappresenterebbero valori distanti da quelli della scuola».
Difficile capire quali siano i «valori distanti da quelli della scuola» incarnati dai bersaglieri, da sempre riconosciuti come uno dei simboli più belli della nostra Italia. O quali siano i valori di quei professori che inorridiscono davanti ai fanti piumati. Anzi, forse li si può immaginare, leggendo la loro condanna del «decalogo valoriale» dei bersaglieri che, secondo loro, «prevede: obbedienza, rispetto, conoscenza assoluta delle proprie armi, ginnastica di ogni genere, sentimento della famiglia, rispetto delle leggi e onore al Capo dello Stato oltre che alla Patria». Impossibile, per chi abbia un po' di buonsenso, trovare qualcosa da condannare in queste regole dei bersaglieri, amati perfino dai Futuristi che tra le loro fila corsero ad arruolarsi per incarnare non solo le aspirazioni patriottiche, ma anche il culto del dinamismo e della velocità di pensiero e azione. Quei bersaglieri che incarnano la professionalità di un esercito moderno, impegnati in aree di crisi e missioni di pace. «Vogliamo fermare - attacca Tovaglieri - questa deriva del politicamente corretto che si consuma sulla pelle dei giovani».
Immediato l'intervento del dirigente scolastico Felice Cimmino che «esprime totale dissociazione nei confronti dell'iniziativa autonoma e personale promossa da alcuni docenti» che «hanno espresso e diffuso su stampa nazionale delle proprie convinzioni personali coinvolgendo il nome del Liceo Bramante». Sfregiando quel protocollo voluto dal ministro Giuseppe Valditara tra il dicastero dell'Istruzione e l'Associazione nazionale bersaglieri per portare i loro valori tra i ragazzi delle scuole.
In difesa dei bersaglieri si è schierato il presidente del Senato Ignazio La Russa (nella foto): «Dispiacciono prese di posizione ideologiche che non riconoscono il valore della storia e dell'esperienza dei nostri bersaglieri: donne e uomini che servono la Nazione con disciplina, generosità e spirito di sacrificio». Un passo in più lo fa il deputato leghista Fabrizio Cecchetti che con il capogruppo in commissione Difesa Eugenio Zoffili ha presentato un'interrogazione parlamentare. «Cosa ci sarebbe di scorretto nell'insegnare l'identità nazionale ai nostri bambini? Sono forse meglio - tuona Cecchetti - le gite in moschea o i trans che educano all'ideologia gender? Questa opposizione riflette una deriva del politicamente corretto che minaccia i valori e le tradizioni italiane.
I bersaglieri, simbolo di professionalità, onore e dedizione al Paese, incarnano ideali di pace, libertà e democrazia: dovrebbero essere al centro dell'educazione civica, non osteggiati».Sembra solo strano che per dire cose così ovvie, sia necessaria un'interrogazione parlamentare.