"Accordo su Lazio e Lombardia o nulla". L'ultimatum di Calenda al Pd

Il leader di Azione mette in guardia i dem per le elezioni regionali: "L'accordo o si fa su Lazio e Lombardia o non si fa nulla. Se c'è il M5S noi non ci siamo"

"Accordo su Lazio e Lombardia o nulla". L'ultimatum di Calenda al Pd

Quale strada intraprenderà il Partito democratico in occasione delle prossime elezioni regionali? I dem si preparano ad affrontare un lungo e travagliato congresso per eleggere il prossimo segretario, ma a stretto giro c'è da sbrogliare un nodo di non poco conto: decidere se presentarsi alle urne in solitaria, se riproporre lo schema con +Europa e Verdi-Sinistra italiana, se riallacciare con il Movimento 5 Stelle o se aprire al Terzo Polo. In tal senso Carlo Calenda ha lanciato un ultimatum al Pd: "L'accordo o si fa su Lazio e Lombardia o non si fa nulla".

L'ultimatum di Calenda

Il leader di Azione, intervistato a Tagadà su La7, ha posto la coerenza degli accordi come condizione imprescindibile per sedersi al tavolo e tentare di trovare un accordo. L'ex ministro ritiene dunque impossibile immaginare di andare in ordine sparso, siglando un'intesa per una Regione e presentandosi come avversari nell'altra. "Non è che possono fare un accordo con noi in Lombardia e col Movimento 5 Stelle nel Lazio", ha tenuto a ribadire. Altrimenti, è il suo ragionamento, gli elettori "non capiscono niente e diventa semplice opportunismo".

Calenda si è detto disponibile al dialogo con il Partito democratico, mettendo però le mani avanti e indicando nel Movimento 5 Stelle il vero paletto invalicabile: "Io non posso stare nel Lazio con i 5 Stelle e se il Pd in Lombardia appoggia un candidato diverso dalla Moratti con il M5S noi non ci saremo". Per il numero uno del Terzo Polo occorre inoltre volgere lo sguardo alla situazione complessiva delle elezioni amministrative: "Il Pd deve decidere se guardare verso il centro riformista o verso i 5 Stelle".

Sul tavolo ci sono anche i nomi dei possibili candidati. Per la Lombardia figurano le ipotesi Letizia Moratti e Carlo Cottarelli, mentre per il Lazio circolano voci sull'opzione che porta all'assessore alla Salute Alessio D'Amato. Per Calenda però - al di là dei nomi - è necessario considerare che alle elezioni regionali "si vince o si perde al primo turno, quindi c'è bisogno di alleanze, bisogna costruire delle alleanze".

Il Pd strizza l'occhio al M5S

Oggi il Corriere della Sera ha dato conto di un'indiscrezione secondo cui a Giuseppe Conte sarebbe stato chiesto di intestarsi la scelta, proponendo una candidatura non divisiva. Sullo sfondo si starebbe quindi lavorando a un'intesa tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Un retroscena che questa mattina ha provocato la reazione di Calenda sui propri canali social: "Spero che ⁦ Enrico Letta ⁩smentisca questa notizia a stretto giro. Dare a Conte il potere di decidere il candidato per la Regione sarebbe uno schiaffo ai cittadini e una prova di subalternità".

La partita per le regionali è ancora tutta aperta: per il noto campo largo regna sovrana la confusione, visto che Pd e M5S non hanno ancora preso una decisione definitiva.

Nonostante le frizioni tra i vertici nazionali dei due partiti, non si esclude che possa esserci una tregua sui territori e partorire un'alleanza locale. Il quadro però è incompleto e sarà difficile tenere insieme anime così frastagliate.

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