
Il clima è inquietante, la deriva è più chiara che mai. Cosa deve succedere ancora?
Sulla guerra in Medio oriente è passata a tutti i livelli una narrazione intollerante e faziosa. E abdicando al suo ruolo, la sinistra ufficiale ha lasciato il posto a frange estremiste e oltranziste del movimento cosiddetto "pro Pal". Da qualche tempo, almeno un caso ogni giorno si incarica di mostrare a tutti questa deriva.
Il caso oggi è quello di Genova, una delle "piazze" in cui la mobilitazione è più calda, nonostante la reazione ferma del rettore, Federico Delfino, che ha provato a opporsi a violenze e prepotenze. E proprio nel rettorato occupato di via Balbi - domenica sera - è stato presentato un libro che cita niente meno che Renato Curcio, ex terrorista e fondatore delle Brigate Rosse. "Non è il voto che decide la conquista del potere - si legge - non è con una scheda che si conquista la libertà".
A denunciare il tutto, anche Marina Terragni, tra l'altro Garante per l'infanzia e l'adolescenza. "All'Università di Genova occupata - ha scritto - è stato presentato questo libro, che fra i vari contributi contiene quello del Calp - collettivo autonomo lavoratori portuali- stramobilitati per la Palestina". "In quarta di copertina - aggiunge - cita una frase di Lenin e una dichiarazione di Renato Curcio, capo delle Brigate Rosse". "Tutto questo è molto allarmante" conclude.
E piuttosto allarmante è anche la denuncia che arriva da Fratelli d'Italia a Pavia, a proposito di un'iniziativa sponsorizzata dal Comune e ospitata all'università, cuore della cittadina lombarda, anch'essa sottoposta a occupazioni e colpi di mano dei collettivi. "Nel cortile Teresiano - ha scritto il consigliere comunale MatteoChiu - è in corso il Cultfest, rassegna musicale organizzata da Arci Radio Aut e coordinamento per il Diritto allo Studio Udu". "La stessa stampa locale - ha aggiunto - indica per l'edizione 2025 un contributo comunale pari a 20mila euro e l'uso dello spazio universitario". In questo evento - ha dichiarato Chiu - "sono comparsi striscioni con messaggi esplicitamente ostili alle forze dell'ordine e scenografie politiche che nulla hanno a che vedere con una rassegna musicale cittadina". "Per chi non lo sapesse - ha spiegato - 1312 è una sigla che significa Acab (All Cops Are Bastards)".
Il capogruppo di Fdi, Nicola Niutta, commenta così: "È intollerabile che un luogo
di cultura come l'Università venga utilizzato a proprio piacimento per veicolare messaggi violenti e contro lo Stato. Penso che i cittadini abbiano diritto di sapere che i loro soldi vengono utilizzati anche per questo".