
"L’anticipo pensionistico si chiama Ape: ci stiamo lavorando". Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Porta a porta. "Stiamo studiano un meccanismo sapendo che ci sono i vincoli di Bruxelles e sulle leggi bisogna essere credibili. Il meccanismo deve prevedere che per andare in pensione devi essere disposto a rinunciare a una piccola percentuale l’anno, che vada dall’1 al 3%: solo per quelli che son messi male, hanno pensione bassa e hanno 55 anni puoi togliere l’1%, per gli altri magari puoi arrivare al 4%". Insomma il premier prosegue con i suoi spot sulle pensioni e adesso promette pure l'uscita anticipata con la perdita di una "piccola percentuale". In realtà le cose stanno in modo diverso. Solo qualche giorno fa la Uil aveva sottolineato come con un taglio netto del 4 per cento, percentuale molto vicina al 3 di cui parla Renzi, per ogni anno di anticipo fino ad un massimo di 3 anni, un lavoratore perderebbe tra i 520 e i 2.340 euro per sempre.
Archiviato il bluff sulle pensioni, l'annuncite di Renzi si palesa sul fronte delle tasse e questa volta la promessa arriva addirittura senza nemmeno indicare le coperture economiche: "Nel 2017 le tasse continueranno a calare, ma non dirò ancora come". Poi parla delle banche: "Questa storia dei truffati...
c’è gente che prendeva il sette per cento quando chi porta i soldi prende l’uno". Infine afferma: "Le banche dai governi precedenti non sono state toccate. Dicono a me di lobby con le banche, ma io al massimo ho il mutuo con la banca".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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