Nessuna anticipazione sulla tabella di marcia. Lo sport riparte gradualmente e rispettando i protocolli e le linee guida condivise dalla Conferenza delle Regioni in base ai criteri definiti dal Comitato tecnico scientifico.
Dal 15 maggio, esclusivamente in zona gialla, riaprono le piscine all'aperto. In acqua bisogna garantire un distanziamento di almeno 10 mq tra un nuotatore e l'altro, stessa distanza tra gli ombrelloni, mentre i lettini devono essere posizionati a una distanza di 1,5 metri e sanificati prima dell'uso. Per le palestre bisogna invece aspettare il 1° giugno, una delusione per gli addetti ai lavori che speravano in una boccata d'ossigeno dopo sette mesi di chiusura. Si riparte invece tra più di un mese, con le linee guida già sperimentate: prenotazioni, accessi contingentati, distanziamento nelle sale, attività programmate per limitare il più possibile le aggregazioni, sanificazione degli attrezzi prima e dopo l'uso.
Già dal 26 aprile, invece, nelle regioni dove i dati lo consentiranno, torna ad essere consentito lo svolgimento di qualsiasi attività sportiva all'aperto. Non solo la corsa o gli allenamenti individuali al parco, ma anche gli sport di squadra e di contatto. Tornano dunque le partite di calcetto tra amici, quelle di basket nel campetto di quartiere o di pallavolo per gli sportivi amatoriali. Rimane però vietato l'uso degli spogliatoi: dopo l'allenamento tutti a casa per la doccia.
Dal 1° luglio ripartono, sempre nelle regioni gialle, le attività dei centri termali, anche in questo caso con ingressi regolamentati e una gestione degli spazi interni che garantisca il distanziamento tra gli ospiti. Nello stesso giorno, come aveva anticipato il premier Mario Draghi, si torna nei parchi tematici e di divertimento. La data, però, ha già provocato il risentimento del settore, che si ritiene ingiustamente discriminato per essere stato assimilato agli eventi e ai congressi, mentre la loro attività è per lo più all'aperto.
Per stadi e palazzetti bisogna aspettare: il 1° giugno via all'ingresso del pubblico agli eventi e alle competizioni di livello agonistico, riconosciute di preminente interesse nazionale dal Coni, di sport individuali e di squadra. Il pubblico non può superare le 1.000 persone all'aperto e le 500 al chiuso.PaTa
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