L'Unesco mostra il cartellino giallo al Comune di Firenze. Ad annunciarlo è stato ieri lo stesso sindaco Nario Nardella. «Ci è arrivata una comunicazione formale in base alla quale Firenze è sotto osservazione. Questo perché non abbiamo ancora applicato il piano di gestione della tutela Unesco in modo completo. Il regolamento sulla tutela del decoro nel centro storico che abbiamo predisposto va esattamente in questa direzione». In sostanza, il centro del capoluogo toscano, è stato posto sotto tutela da parte dell'organizzazione dell'Onu per l'educazione, la scienza e la cultura che l'aveva iscritto nella lista del patrimonio mondiale nel 1982. Se non verranno presi provvedimenti il cartellino giallo potrebbe trasformarsi in rosso. I livelli di «attenzione» progressiva dell'Unesco nei confronti di queste situazioni, sono infatti tre: messa sotto osservazione, messa in mora, infine espulsione dall'elenco dei luoghi posti sotto tutela.
Per evitarla, cosa farà Nardella? Da Palazzo Vecchio è partita la caccia ai 260 minimarket sparsi nel centro storico. La giunta fiorentina ieri ha approvato un regolamento che dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale e resistere ai ricorsi che certamente fioccheranno al Tar. In sostanza, il Comune cercherà di far chiudere, entro tre anni, tutti quegli esercizi che abbiano dimensioni inferiori ai 40 metri quadri e non abbiano bagni accessibili ai disabili. Dall'altra parte verrà introdotta la «funzione di esercizio storico» per permettere alle botteghe d'artigianato e ai negozi di qualità di continuare a esistere.
Nardella, però, caccia chi ha accolto - o quantomeno tollerato - quando era assessore nonchè vicesindaco sotto il «regno» di Matteo Renzi. «Negli anni in cui i minimarket sono aumentati a dismisura fino a raggiungere il numero di 260, a governare c'erano lui e il suo partito, il Pd», ricorda il coordinatore cittadino di Forza Italia Firenze, Marco Stella, vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana. «Sono anni che chiediamo il rafforzamento dei presidi di polizia in centro per controllare le piazze, e nel piano strutturale abbiamo fatto una battaglia per regolamentare l'apertura indiscriminata dei minimarket.
Tutte le volte che abbiamo presentato mozioni al riguardo in Consiglio comunale, ci sono state bocciate, con l'accusa che volevamo far chiudere i minimarket per motivi xenofobi».La strada per l'inferno dell'Unesco è lastricata di buone intenzioni. Intanto la città di Dante va in Purgatorio, dove gli ammoniti tentano la riabilitazione.
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