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Il lungo addio di Mattarella passa dal Vaticano. Il giallo del comunicato senza "visita di congedo"

La Santa Sede omette la formula di rito. Ma fece così anche con la Merkel

Il lungo addio di Mattarella passa dal Vaticano. Il giallo del comunicato senza "visita di congedo"

Roma - Soli, nelle piazze spettrali dell'inverno 2020, per cercare di tenere unito il Paese. Soli pure adesso, faccia a faccia nello studio di Francesco, seduti alla scrivania di legno per l'addio del presidente, giunto quasi a fine mandato. Sergio Mattarella, che il 3 febbraio lascerà il Quirinale, è venuto a salutare il Papa, ma attenzione, fermi tutti, questa non è una «visita di congedo»: dal comunicato della Santa Sede mancano proprio quelle tre parole chiave, non si parla di commiato, non c'è insomma la formula standard del gergo diplomatico, che si usa quando una personalità lascia il suo incarico.

Abbastanza per dare corpo al giallo: in Vaticano sanno qualcosa che non conosciamo? O è la tipica, normale cautela di chi Oltretevere aspetta gli eventi? Una cosa è certa, chi cercava la prova regina del fatto che il capo dello Stato non accetterà il bis, ebbene non l'ha trovata nel Palazzo apostolico.

A dirla tutta, nemmeno il 7 ottobre, quando a varcare le Mura leonine era stata Angela Merkel, la segreteria di Stato utilizzò quella frasetta. La cancelliera stava per lasciare il posto a Olaf Scholz, però all'epoca era ancora nel pieno dei suoi poteri, anzi era a Roma per rappresentare la Germania al G20, e sottolineare il congedo dal Pontefice l'avrebbe depotenziata. Tanto che la Merkel, come ora Mattarella, dopo l'udienza con Bergoglio era stata ricevuta dal segretario di Stato Parolin e dal «ministro degli Esteri» Vaticano Gallagher. E se Frau Angela non poteva più essere riconfermata, lo stesso non si può dire per il presidente italiano. Giorgio Napolitano invece, rieletto quasi due anni prima, nel novembre 2014 andò a Santa Marta e in un incontro provato preannuncio al Papa il suo imminente ritiro.

Vedremo come finirà. Intanto Mattarella si è comportato come se fosse l'ultima volta. La figlia, i sei nipoti, i consiglieri con consorti, l'ambasciatore italiano presso la Santa Sede: ha portato tutti. Tre quarti d'ora di colloquio privato «cordialissimo», poi le delegazioni e lo scambio di doni. Francesco ha regalato al presidente una pittura su ceramica della basilica di San Pietro e la copia in anteprima, inedita, del messaggio per la Giornata della pace 2022. «Questo è un appello fondamentale», il commento di Mattarella, che ha ricambiato con un volume sulla Madonna del cucito di Guido Reni, la stessa opera di fonte alla quale, nella cappella dell'Annunziata, Pontefice e presidente si fermarono a pregare durante la visita di Bergoglio al Quirinale nel 2017. Piuttosto densa anche la parte politica dell'incontro con Parolin. Si è parlato «di alcune questioni relative alla situazione sociale italiana»: dalla pandemia alla campagna di vaccinazione, dalla famiglia ai giovani alle scuole, il Vaticano «segue» e auspica comunque una certa continuità.

Il lungo addio di Mattarella è proseguito in serata con lo scambio di auguri di Natale con il corpo diplomatico. «Oggi è un commiato», così il capo dello Stato agli ambasciatori.

E lunedì sul Colle sfileranno le alte cariche della Repubblica, per l'ultimo discorso politico del settennato.

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