L'unica svolta grillina: dallo zaino al borsone

Per essere un partito che ha un sacco di problemi, il Movimento 5 Stelle ora eleva il borsone sportivo a simbolo dell'inarrestabile distacco dai valori del tempo che fu.

L'unica svolta grillina: dallo zaino al borsone

Per essere un partito che ha un sacco di problemi, il Movimento 5 Stelle ora eleva il borsone sportivo a simbolo dell'inarrestabile distacco dai valori del tempo che fu. Lo sport ringiovanisce i leader politici e conferisce loro un momento di identificazione popolare. Anche Beppe Grillo, al culmine del suo consenso nelle piazze italiane, fortificò la propria immagine vincente con la traversata a nuoto dello stretto di Messina nel 2012. Quasi dieci anni dopo suscita l'effetto opposto l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte che attacca amareggiato il suo Garante davanti a microfoni e telecamere, vestito da tennista con t-shirt calzoncini, polsino e borsone. Tutto griffato, come si conviene a un elegante frequentatore di circoli sportivi.
Conte non è mai solo: quando si materializza in qualche uscita pubblica il retropensiero corre alle trovate mediatiche di Rocco Casalino. Magari la vita è più semplice di come appare: l'avvocato pugliese è stato davvero sorpreso dai pazienti appostamenti dei cronisti dopo qualche game di svago. Oppure il suo staff ha deciso di contrapporre al delirante Grillo l'immagine di un compassato professionista di successo che si mantiene in forma anche al culmine del match della vita.
E così nel repertorio degli oggetti di culto dei 5 Stelle sbarca un altro accessorio a ribadire un cambiamento estetico che accompagna di pari passo l'ennesima giravolta politica. Nel 2013 le prime orde grilline che conquistarono il Parlamento si distinsero per il look metropolitano di rottura, poche giacche e tanti zainetti. E da quel giorno cadde l'innocenza anche sull'abbigliamento identitario . Gli abiti perfetti di Di Maio, i completi a tre pezzi di Bonafede, il presidente Fico sempre impeccabile e lontanissimo dalle foto perfide che circolavano in rete per rinfacciargli la frequentazione dei centri sociali con sciarpa da rivoluzionario e berretto verde da subcomandante.
Nel giorno dello scontro (penta)stellare che ha distrutto il gruppo più numeroso in Parlamento, l'esibizione di calzini e borsone con scritta fluorescente a lettere cubitali è l'immagine del liberi tutti.

Il tennis di Conte ricorda la palestra evocata da Massimo D'Alema come icona della libertà personale riconquistata dopo l'uscita da Palazzo Chigi. La ricreazione di un leader che ci riprova ma forse non ce la farà mai più.

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