Roma «Troppi dossier rinviati», si lamentava pubblicamente Matteo Salvini giorni fa. Ma ora rischia di ritrovarsi con un rinvio di troppo: oggi i risparmiatori vittime dei crac bancari potrebbero fissare una data prima di Pasqua per scendere in piazza contro il ritardo nella norma sui rimborsi da parte del governo. Sia M5s che Lega sembrano insistere da giorni sulla necessità di arrivare a risarcimenti ampi e inizialmente pareva che l'ostacolo sulla strada di un'intesa fosse rappresentato dal ministro Tria, desideroso di fare una norma rispettosa dei paletti europei sui risarcimenti.
Lunedì il governo aveva incontrato diciannove associazioni di risparmiatori che si ritengono derubati per colpa delle banche. Al termine della riunione sembrava tutto risolto con un accordo rispettoso di quanto chiedeva Tria: allargare le maglie dei risarcimenti ma in modo differenziato a seconda delle posizioni. Il risultato finale è stato un accordo che prevede un doppio binario che garantisce risarcimenti pieni solo a chi un reddito inferiore ai 35mila euro. Invocando la motivazione dell'emergenza sociale, il governo dovrebbe evitare l'accusa di aiuti di Stato da parte dell'Unione europea. La partita però non si è chiusa per l'opposizione di due delle 19 associazioni: l'associazione «Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza» di Luigi Ugone e «Coordinamento don Torta», guidata da Andrea Arman, già candidato grillino. E proprio qui starebbe la spiegazione del rinvio della norma che ha fatto infuriare le altre associazioni. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti assicura che lunedì verrà inserita nel Dl Crescita.
Ma Luigi Di Maio insiste che il via libera avverrà solo se tutte le associazioni saranno d'accordo. Da qui l'accusa delle opposizioni: fermano tutto per accontentare l'associazione filo-grillina. Senza una soluzione, Conte rischia di ritrovarsi i risparmiatori in piazza come un Renzi qualunque.