Uniti a Roma, divisi a Bruxelles. Se Lega e M5s procedono insieme nell'attuazione, più o meno precisa, del programma per il "governo del cambiamento", nelle istituzioni europee i salviniani e gli stellati non vanno proprio d'amore e d'accordo.
Sicuramente farà discutere la decisione dell'eurodeputato grillino Marco Zullo di votare per chiedere la sospensione di voto all'Ungheria al Consiglio Ue, attivando l'articolo 7 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea. Nel mirino ci sono le politiche di Viktor Orbàn sulla riforma dello Stato, sui migranti e su una sempre maggiore autonomia dalla Ue, che secondo la commissione per le Libertà civili del Parlamento Europeo violerebbero i valori europei.
Politiche che secondo l'M5s (almeno a Bruxelles) sono da censurare e a cui invece Matteo Salvini - come anche Giorgia Meloni - indica da tempo quale modello a cui guardare.
A guidare il fronte dei critici nei confronti di Budapest i gruppi parlamentari liberale e democratico, che in una nota deplorano il "grave deterioramento dello stato di diritto, della democrazia e dei diritti fondamentali con questioni che restano sull'indipendenza della magistratura, la libertà di espressione e dei media, la libertà delle istituzioni accademiche, la corruzione a livello statale e il duro trattamento dei migranti e dei richiedenti asilo".
A votare la richiesta di provvedimenti contro i magiari sono stati tutti i gruppi della sinistra (socialdemocratici, verdi e sinistra unitaria), i verdi e anche otto parlamentari su 19 del Ppe, la formazione moderata di cui fa parte anche il partito di Orban, Fidesz.
Ora la palla
passa all'assemblea plenaria dell'Europarlamento, incaricata di decidere se avviare o meno i procedimenti dell'articolo 7. Se la procedura andrà in porto, Budapest potrebbe perdere il proprio diritto di voto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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