E ra impegnato nei preparativi del matrimonio della figlia, a breve sarebbe finalmente andato in pensione dopo anni di duro lavoro e avrebbe cominciato una nuova vita dedicandosi alla campagna. Ma proprio nel cuore della campagna pugliese sono stati cancellati i sogni e i progetti di Pasquale Abbasciano, uno dei macchinisti morti nello scontro che ha polverizzato due treni tra Andria e Corato. Era di Corato, ma viveva ad Andria, aveva 61 anni, scherzava spesso proprio sulla pensione, un traguardo che avrebbe coronato tra non molto. Abbasciano era molto apprezzato dai colleghi, giunti ieri mattina dinanzi all'istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari, là dove sono state portate le salme delle vittime della strage. Martedì il 61enne mattina era alla guida di uno dei convogli, quello diretto verso Bari. E dopo il lavoro aveva un appuntamento importante: avrebbe dovuto raggiungere la figlia al Comune di Andria per la promessa di matrimonio. Ormai era tutto pronto per le nozze, fissate per il 12 settembre. Da tempo Abbasciano si preparava al grande evento per la sua famiglia: telefonava, si dava da fare per organizzare i festeggiamenti; anzi, parlando con gli amici parla di doppio festeggiamento, riferendosi proprio alla pensione. Non nascondeva il proprio entusiasmo, il 61enne di Corato: al contrario, condivideva la sua gioia, parlava con i colleghi. Pasquale amava il proprio lavoro. Un lavoro duro. E quando terminava il turno si dedicava alla sua grande passione: la campagna. Il macchinista sognava di coltivare ciliegie, immaginava una vita nuova dopo anni di sacrifici.
I colleghi lo ricordano come un macchinista di grande esperienza. Ma all'uscita di una curva, lungo quei dieci chilometri che separano Andria e Corato, in quella fetta di Puglia che lui conosceva così bene, si è consumato un destino atroce.Macchinista quasi in pensione
La figlia lo aspettava in Comune: lei doveva sposarsi
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