I baltici saranno i prossimi. E ciò deve portare l'Occidente ad accrescere gli aiuti militari. Il parlamento ucraino, ha chiesto ieri una missione di peacekeeping lanciando un appello all'Onu per una mediazione che fermi la guerra. Gli spazi di manovra sono pochissimi, specie dopo la rivelazione di Emmanuel Macron, capofila del gruppo di contatto con Mosca, convintosi, dopo un ulteriore scambio telefonico con Vladimir Putin, che «il peggio deve ancora venire». E per l'Eliseo l'obiettivo del Cremlino è ormai «il controllo di tutta l'Ucraina».
Parigi prova a far avanzare un negoziato malconcio. Il cancelliere tedesco Scholz chiede l'ennesimo cessate il fuoco. Washington mostra cautela. L'aspetto militare è centrale, specie dopo che il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ieri ha ribadito: «Se dispiegheranno armi nucleari contro di noi affronteremo la situazione, stanno parlando di Terza guerra mondiale e può essere solo una devastante guerra nucleare». Lavrov accusa l'America di voler «controllare l'Europa come Hitler e Napoleone». Per stemperare, gli Usa bocciano la richiesta di Kiev di una no-fly zone sull'Ucraina, puntando a scongiurare il rischio di una guerra diretta con la Russia. Ma l'amministrazione Biden chiede pure al Congresso di approvare 10 miliardi di dollari per l'Ucraina, per la crisi umanitaria e per rafforzare le difese contro l'invasione.
Nonostante le bombe e i missili russi, e le continue intimidazioni di Mosca, l'Occidente insiste compatto piazzando altri colpi al cerchio magico di Putin. La Casa Bianca allunga la «lista nera» degli oligarchi, inserendo tra gli altri il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov: asset congelati e proprietà bloccate. Aggiunge il «re» dei fertilizzanti Alisher Usmanov, già ferito dalle misure varate a Bruxelles. E pure Londra mette nel mirino Usmanov e anche l'ex vicepremier Igor Shuvalov. La Francia sequestra lo yacht «Amore Vero» riconducibile a Igor Sechin, il Ceo di Rosneft: «Stava per salpare in tutta fretta». L'imbarcazione era arrivata in Costa Azzurra, a La Ciotat, il 3 gennaio per manutenzione. Altri 5 yacht di miliardari russi sono già alle Maldive. L'Ocean Victory, il 140 metri del magnate dell'acciaio Viktor Rashnikov, fugge alle Seychelles. Il Canada impone invece dazi del 35 per cento sui prodotti provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia.
Ieri, dopo la Georgia, anche la Moldavia ha depositato la candidatura per l'ingresso nell'Ue. Se ne discuterà a Versailles il 10 e 11 marzo, quando Macron riunirà i 27 in un vertice sulla difesa Ue che, dice, «deve fare un nuovo passo» per evitare il compimento dell'«operazione» di Putin, e cioè inglobare Kiev nell'orbita di Mosca. Non si negozia granché. La portavoce della Casa Bianca esclude un possibile incontro Biden-Putin finché dura l'escalation. Macron ripete all'omologo russo che sta commettendo un «grave errore», che il Cremlino «pagherà a caro prezzo».
Da un lato l'America, dall'altro il leader francese nella tripla veste di presidente della Repubblica, guida dell'Ue (fino a luglio) e ricandidato all'Eliseo. Con una lettera ai francesi, ieri Macron ha infatti ufficializzato la sua corsa (10 e 24 aprile). In patria ha la fiducia al 45 per cento. Ma la guerra inciderà sulla campagna elettorale.
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