Politica estera

Macron tra i miliardari. E Musk va all'Eliseo come un capo di Stato

A Versailles 206 top manager di multinazionali: "Investite". Solo Mr Tesla al palazzo presidenziale

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Più che due pesi e due misure, Emmanuel Macron ieri ha messo in scena la pièce dei due saloni. Il capo di Tesla e Space X Elon Musk ha infatti discusso con il presidente francese, di digitale, veicoli elettrici ed energia, in privato e comodamente seduto sulla poltrona dell'Eliseo. Un faccia a faccia, prima di recarsi a Versailles per l'evento «Choose France», alla sesta edizione, a cui partecipavano oltre 200 grandi imprenditori stranieri: per metà europei, per il 20% nordamericani e per il 15% asiatici.

Il secondo uomo più ricco del mondo, con una fortuna stimata di 180 miliardi di dollari, ha avuto il suo incontro privilegiato col presidente; non nel mucchio dei patron di multinazionali straniere nel forum «Scegli la Francia». L'obiettivo del governo francese, di incoraggiare a immettere capitali Oltralpe, ha funzionato comunque per tutti: 13 miliardi di euro in investimenti annunciati dagli ospiti, da Ikea a Nokia a Walt Disney. Un record di reindustrializzazione e creazione di posti di lavoro: 8 mila quelli attesi.

Musk, che è pure proprietario di Twitter, si è sfilato dal fare promesse. Tesla investirà presto in Francia? «Penso di sì, a un certo punto, ma non oggi». Il «privilegio» dell'Eliseo (riservatogli assieme al Ceo di Pfizer Albert Bourla) è stato però funzionale a far trapelare l'apertura possibile di un impianto Tesla in Francia dopo la GigaFactory in Germania, la prima in Europa, nata a 35 km da Berlino. Musk si è detto «impaziente» di realizzare «progetti entusiasmanti». Si materializza il successo della politica macroniana di abbattimento del costo del lavoro, accelerando sulla transizione ecologica. E Musk si è detto «impressionato» dall'accoglienza riservata da Parigi.

Il ministro delle Finanze Le Maire, che ha pranzato con il miliardario, parla di «trattative su progetti industriali green, come la produzione di veicoli elettrici e batterie». Tra le ipotesi, che Tesla investa in quella che sta diventando la Battery Valley europea, l'area francese di Dunkerque, per cui 5,2 miliardi di euro sono stati annunciati dalla taiwanese Prologium per una «gigafactory» (3.000 posti di lavoro) e 1 miliardo e mezzo dalla cinese XTC e della francese Orano per materiali per batterie al litio.

Il tête-à-tête con il boss di Tesla disegna solo l'ultima nuova offensiva macroniana attira- investimenti, non trascurando il pressing su Renault e Stellantis per riportare in patria le produzioni. Il Ceo di Holosolis ha dato anche un'indicazione per la fabbricare pannelli fotovoltaici: «La battaglia comincia ora». La Cina investe da tempo, ha spiegato Jan Jacob Boom-Wichers: «Non possiamo sostituire una dipendenza energetica da petrolio e gas russi con un'altra dall'altra parte del mondo». La Francia si conferma Paese più attrattivo in Europa, con bonus e fiscalità di vantaggio. E processi di sburocratizzazione, viste le motivazioni addotte da Holosolis per investire 700 milioni in una fabbrica a Sarreguemines, nell'est del Paese (1.700 impiegati): «Abbiamo scelto la Francia dopo uno studio di sei paesi e 40 siti, gli altri erano in Germania, Spagna, Portogallo, Polonia e Romania, la Francia ha fatto la differenza grazie alla sua velocità amministrativa».

Nove mesi per partire, contro una media cinese di sei.

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