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Macron, l'intervista tv è un super spot. L'ira dei rivali: "Commedia monarchica"

Il presidente parla per due ore su Tf1: "Ho fatto qualche errore". Gli sfidanti all'Eliseo: "A lui troppo tempo. Condizioni impari"

Macron, l'intervista tv è un super spot. L'ira dei rivali: "Commedia monarchica"

Due ore in tv davanti ai francesi e tanto basta a Emmanuel Macron per infiammare lo scontro politico in Francia, ora che mancano quattro mesi alle elezioni presidenziali senza che l'attuale capo dell'Eliseo abbia sciolto ufficialmente la riserva sulla sua ricandidatura. Il capo dello Stato approfitta dello spazio concesso in prima serata su Tf1, intervistato in casa sua, all'Eliseo, poco dopo le 21, per parlare del macro-tema «dove va la Francia?», della crisi sanitaria e di tutti le altre questioni politicamente calde. Spiega che il Paese è vicino all'obbligo vaccinale, tranne che per i bambini: «Ci siamo quasi». Aggiunge che i suoi valori «non sono quelli di un presidente dei ricchi»: «Sono per un Paese economicamente forte, ma giusto». Ammette uno degli errori che hanno portato alle proteste dei gilet gialli: la carbon tax. Ma sminuisce con un gioco di parole lo scandalo dell'ex collaboratore Alexandre Benalla: «Un affare d'estate più che un affare di Stato» («été-État). Sugli immigrati: «Siamo una nazione di immigrazione. Sento parlare dell'assurdità dell'immigrazione zero. È impossibile da realizzare».

Le opposizioni insorgono ancor prima che il presidente parli, ritenendolo colpevole di fare campagna elettorale e nascondersi dietro il manto della presidenza per strappare visibilità e tempo agli avversari. «Una commedia monarchica», la definisce il leader dell'estrema sinistra, Jean Luc Mélenchon. «I francesi si attendono franchezza, trasparenza. Basterebbe dire, sono candidato alla mia rielezione» commenta la leader di Rassemblement National, Marine Le Pen. Tra le voci-contro spicca quella della sfidante più pericolosa, la candidata alla presidenza del centrodestra Valérie Pécresse, rivelazione dei più recenti sondaggi dopo la scelta moderata dei Républicains. «Non possiamo avere un candidato presidente a cui si aprono i canali televisivi a richiesta, per ore e ore, (...) mentre i suoi avversari devono accontentarsi di cinque minuti per rispondergli». La presidente dell'Ile de France, che nel ruolo di rivale di Macron galoppa e ha scalato i sondaggi (alcuni la danno vincente al secondo turno) si è rivolta formalmente all'istituto di vigilanza audiovisivo, la Csa, per chiedere equità di condizioni ai candidati e di scalare il tempo concesso a Macron come futuro candidato, una volta che il leader francese avrà rotto gli indugi sulla sua corsa per l'Eliseo. L'organismo ha promesso che esaminerà l'intervista dopo la messa in onda, ma ha escluso lo stop anticipato. Intanto la candidata gollista ha visto cancellata la sua apparizione su Bfmtv, prevista alla stessa ora dell'intervista fiume di Macron. Ecco perché chiede le stesse condizioni del presidente quando toccherà a lei, perché sa che è anche su queste apparizioni che si giocherà la chance di diventare prima donna del centrodestra all'Eliseo. Secondo l'ultimo sondaggio Opinion Way, al primo turno è al 17% contro il 25% di Macron, il 16% di Marine Le Pen e il 12% di Eric Zemmour. Perciò Pécresse non è disposta a lasciare troppo campo a un Macron dilagante, anche grazie all'avvicinarsi del semestre di presidenza europeo della Francia. La «repubblicana» registra la migliore progressione nei sondaggi: la sua popolarità è cresciuta del 12% nel mese di dicembre, a quota 36% tra le personalità preferite dai francesi secondo Odoxa-Mascaret seconda all'ex primo ministro Edouard Philippe.

Macron tiene, considerato un buon presidente dal 44% dei francesi.

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