Macron (videocollegato) con i ministri per lo stop alla riforma delle pensioni

Il presidente riunito da Bruxelles. Il piano Lecornu: recuperare 20 miliardi con la lotta alle frodi fiscali

Macron (videocollegato) con i ministri per lo stop alla riforma delle pensioni
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Niente giornalisti, niente briefing, niente presidente. Ministri e premier francese ieri si sono riuniti da soli all'Eliseo per un Cdm cruciale che ha formalizzato la scelta di sospendere la riforma delle pensioni, con Macron che ha voluto presiederlo eccezionalmente da Bruxelles in videocollegamento. Per la prima volta, è apparso il testo che sconfessa la scelta del presidente. L'arma segreta che Lecornu ha individuato per finanziare il cambio di rotta è: dichiarare guerra alla frode fiscale e sociale. "Prima di pensare di aumentare significativamente le tasse" si cercherà di far rientrare 20 miliardi di euro, ha detto il premier ricordando di essere "un uomo di destra". E per non spaventare troppo i francesi, ha aggiunto: non bisogna mescolare la frode con l'errore.

Sarà il Parlamento a entrare nel merito. Intanto Lecornu si sgancia dall'Eliseo per portare a casa una legge di Bilancio senza forzature, ma attraverso costosi compromessi con il Partito socialista. Fino a ieri era tutto in stand by.

Le parole del premier nel discorso di politica generale, poi il controcanto di Macron. Sembrava che il presidente volesse mettere a repentaglio la via tracciata da Lecornu. Per salvarsi dalla sfiducia, aveva promesso la "sospensione della riforma". Macron aveva parlato invece di posticipare l'età pensionabile, arrivando a dire, che "non si tratta né di abrogazione né di sospensione, ma del rinvio di una tappa, quella dei 63 anni al primo gennaio 2027 da far slittare al 2028 facendo economia, questo ha detto il premier". Gelo nel governo. Rabbia del Ps e nei sindacati. Silenzio radio fino a ieri, giorno della resa dei conti (e della chiarezza).

Lecornu, pur favorevole alla riforma delle pensioni, si è presentato in Cdm con un documento di 139 pagine riveduto e corretto, con cui il governo proporrà la "sospensione" fino alle presidenziali a condizione che il deficit non venga aggravato, e non quel mero décalage menzionato da Macron. Si è impegnato a proporla al Parlamento a novembre. Rettifica resa necessaria dal clima infuocato in Assemblée, che sarà protagonista dell'iter del Bilancio. Per ora la "sospensione" è stata inserita nella costola della Finanziaria che riguarda la Previdenza Sociale. Le assicurazioni sanitarie integrative e i pensionati saranno invitati a contribuire. Prime delucidazioni, dopo che mercoledì in Commissione i deputati avevano respinto questa parte del Bilancio con il no di sinistra e lepenisti, e pure del partito repubblicano che ha vari ministri nel governo. Sembrava un caos. È diventato un punto di partenza.

Premier ottimista: "Ciò che è accaduto in Commissione non è un fallimento, è un primo giro di pista, in Aula soluzioni di compromesso, ed è possibile".

Ieri Marine Le Pen ha proposto la "contro-manovra" del Rn con tagli per 36 miliardi per ridurre il deficit.

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