Madre e figlia uccise da un pirata della strada

Avevano 63 e 42 anni. Erano uscite da una chiesa. L'automobilista fuggito preso dopo la notte

Madre e figlia uccise da un pirata della strada

Madre e figlia stavano rientrando a piedi a casa venerdì sera intorno alle 23, dopo avere assistito alla funzione religiosa nella chiesa evangelica «Dio con noi» di Palermo, quando sono state falciate da un'auto in corsa. Per Annamaria La Mantia, 63 anni, e Angela Merenda, 42 anni, non c'è stato nulla da fare. Sono state sbalzate a 15 metri di distanza dal punto di impatto con l'automobile, avvenuto in via Fichidindia, nel popoloso quartiere Brancaccio. Annamaria è morta sul colpo. A nulla sono valsi gli svariati tentativi dei sanitari del 118 di rianimarla. Angela, è deceduta poco dopo il trasporto all'area emergenza dell'ospedale Civico del capoluogo siciliano per le gravissime lesioni riportate.

Il pirata della strada non si è fermato per soccorrere le vittime. Anzi ha proseguito la sua folle corsa facendo perdere le proprie tracce. I carabinieri del Nucleo Radiomobile, che stavano effettuando un servizio di controllo nella zona, sono intervenuti immediatamente e hanno avviato le ricerche. Fondamentali sono state le indicazioni fornite da un parente delle vittime che si trovava venerdì sera con loro e che, dopo il tragico incidente, è corso dietro all'auto del pirata della strada per annotare modello di macchina e targa. La Fiat Punto con evidenti segni del recente impatto fatale è stata rinvenuta poco distante dal luogo del sinistro, ma della persona che era al volante non c'era alcuna traccia. Si tratta di un residente del quartiere, il 35enne Emanuele Pelli, padre di due figli, già noto alle forze dell'ordine. L'uomo è stato individuato ieri mattina sotto casa della suocera, al Villaggio Santa Rosalia. Non ha opposto resistenza. Pelli durante l'interrogatorio da parte dei militari dell'Arma ha confessato. Adesso si trova in carcere con l'accusa di duplice omicidio stradale. Secondo la versione dei fatti fornita agli investigatori è scappato perché ha la patente di guida e l'assicurazione dell'auto scadute. Saranno gli esami di laboratorio effettuati dai carabinieri a stabilire se stesse guidando sotto effetto di alcol o droga.

La strada in cui è avvenuto il tragico incidente non è affatto illuminata. Lo lamentano i residenti del popoloso quartiere palermitano, ma non c'è dubbio che, come hanno riferito i tanti testimoni dell'incidente mortale, che avevano preso parte alla funzione religiosa evangelica con le due vittime, la Fiat Punto fosse lanciata ad alta velocità. Il bilancio dell'incidente, dunque, sarebbe potuto essere più alto, visto che alcuni fedeli che stavano attraversando la strada, hanno fatto in tempo a spostarsi per evitare di essere falciati. Meno fortunate Annamaria, che aveva problemi di deambulazione, e camminava appoggiandosi al bastone, e la figlia Angela, che la sosteneva camminandole accanto. «È stato terribile - commenta Giovanni Orlando, pastore della Chiesa Evangelica «Dio con Noi» -.

Io mi trovavo dentro la chiesa per sistemare dopo lo studio biblico evangelico, quando sono stato chiamato d'urgenza. E mi si è presentata dinanzi agli occhi una scena straziante. La nostra comunità ha perso due donne eccezionali che amavano Dio e la loro famiglia. Due donne sempre sorridenti che aiutavano tutti. Un vero dramma».

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