Da presidente della Repubblica in carica non ce l’ha fatta. Ma da presidente emerito, invece, l’ha spuntata. Giorgio Napolitano non sarà ascoltato come testimone al processo Borsellino quater. All’indomani della lettera con cui l’ex capo dello Stato aveva bollato come «irrilevante» la sua eventuale deposizione, ricordando che un anno fa aveva deposto, sugli stessi temi, al processo sulla trattativa Stato mafia, la Corte d’assise di Caltanissetta ha fatto dietrofront. E si è rimangiata la convocazione del teste Napolitano, fissata per il prossimo 14 dicembre a Palazzo Giustiniani.
La decisione è stata resa nota in udienza. La corte ha ritenuto di avere acquisito già numerosi elementi nel corso delle precedenti udienze sul contesto sociale e politico dell’Italia nel ’92, l’anno delle stragi di Capaci e via D’Amelio, grazie alle audizioni di altri testimoni quali Giuliano Amato, Claudio Martelli, Liliana Ferraro, Pino Arlacchi e altri. Napolitano, all’epoca, era presidente della Camera dei deputati. A chiedere che l’ex capo dello Stato deponesse al Borsellino quater era stata la difesa di Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato ucciso in via D’Amelio. Nei giorni scorsi la corte d’Assise aveva detto sì, fissando anche la data.
Ma ieri era arrivato il «gran rifiuto» di Napolitano, che se la prendeva anche sull’eccessiva estensione del capitolato della testimonianza ammessa. Adesso il dietrofront dei giudici. Che non mancherà di scatenare ulteriori polemiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.