Coronavirus

Mai così tanti contagiati. Ma è record di tamponi

Undicimila positivi su 165mila test. Lombardia in ansia: 2.664 casi, col virus il 9% dei controllati

Mai così tanti contagiati. Ma è record di tamponi

Si sale ancora. Il bollettino dei contagi di ieri spinge il dato dei nuovi casi a 10.925, con un aumento di 915 unità rispetto a ieri. La crescita si spiega essenzialmente con l'aumentato numero di tamponi, che passano dai 150.377 di venerdì ai 165.837 di ieri. Un doppio più che alla fine tiene l'indice di positività sui livelli del giorno precedente, anzi leggermente sotto: era il 6,66 venerdì, è stato il 6,59 oggi.

Inutile dire che si tratta di un nuovo record, perché in questa fase in cui il virus tracima ovunque, ogni giorno è un primato. Ormai il 6.557 dello scorso 21 marzo è un lontano ricordo, e anzi entro qualche giorno probabilmente sarà doppiato.

Un sabato qualunque nell'Italia che fronteggia la seconda ondata e che è tornata ogni pomeriggio alle 17 (nella prima ondata l'appuntmento era elle 18 in conferenza stampa trasmessa a reti unificate) ad attendere il bollettino e a spulciarlo cercando dei numeri appigli per la speranza.

E vediamoli nel dettaglio, questi numeri. I 10.925 nuovi casi abbattono una nuova barriera psicologica, quella dei 400mila casi «storici»: ora sono 402.536. La regione che ne ha contati di più da febbraio è la Lombardia con 123.794, poi Piemonte (42.867), Emilia-Romagna (40.333) e Veneto (35.051). Gli attualmente positivi sono 116.935 e questo costituisce un record assoluto: il precedente era del 19 aprile, quando i contagiati erano 108.257. In pratica non ci sono mai stati tanti covidizzati «ufficiali» nello stesso momento. Ed è un altro momento importante, questo.

Poi va detto che dei contagiati ancora relativamente pochi preoccupano; 109.613 sono in isolamento domiciliare, mentre i ricoverati sono 7.322, 506 in più del giorno prima: 6.617 sono ricoverati con sintomi non gravi (+439 rispetto al giorno prima) e 705 in terapia intensiva (+67). Attualmente quindi il 93,74 per cento dei contagiati è asinotmatico o quasi, il 5,66 per cento ricoverati in reparti ordinari e solo lo 0,60 per cento in terapia intensiva. Il 19 aprile le percentuali erano rispettivamente del 74,44, del 23,12 e del 2,43. Quindi la situazione era assai più grave.

Vediamo la distribuzione geografica dei contagi. Come sempre è la Lombardia ad avere il record assoluto di nuovi casi con 2.664 (nuovo record regionale), ma la brutta notizia è che questo aumento (venerdì i casi lombardi erano stati 2.419) corrisponde a una lieve diminuzione dei tamponi fatti (da 30.587 a 29.053) e di conseguenza a un serio aumento della percentuale di positivi rispetto ai test, che è probabilmente il valore fatidico al momento: venerdì era del 7,91 e ieri è stato del 9,16. Il più alto in Italia dopo la piccola Valle d'Aosta dove la situazione (78 casi si 421 tamponi, percentuale del 18,53) sembra fuori controllo. Per numero assoluto di contagi segue la Campania con 1.410 casi, un dato che consente alla regione amministrata da Vincenzo De Luca di superare il Lazio nello storico. I temponi in Campania sono stati 14.704 e l'indice di positività del 5,47, sotto la media nazionale. Proprio il Lazio invece brilla con i suoi 994 casi a fronte di 27.748 tamponi (record regionale) e un indice di positività del 3,58, il più basso tra le grandi regioni.

Infine i morti: ieri se ne sono contati 47, meno dei due giorni precedenti (55 venerdì e 83 sabato).

Ache qui primeggia (si fa per dire) la Lombardia con 13 davanti al Lazio con 12.

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