Nuovi veleni nel Movimento 5 Stelle. Questa volta non per motivi politici ma, diciamo così, informatici. Vediamo subito cosa è successo. Nell’assemblea dei deputati che si è svolta lunedì sera si è discusso animatamente di una vicenda alquanto spinosa: gli eletti si sono ritrovati una mail firmata dallo staff di Beppe Grillo che invitava deputati e senatori a non fare più uso della casella di posta collegata all'indirizzo "parlamentari5stelle.it". Da qualche giorno il servizio di posta elettronica era stato esternalizzato, cioè affidato a una persona esterna al gruppo (e qualcuno protesta: "Non sappiamo neanche a chi"), mentre fino alla scorsa settimana era gestito internamente, dal deputato Massimo Artini, di fatto "l’informatico" del gruppo. Con la nuova gestione qualcosa deve essere andato storto e così è arrivato l'ordine perentorio di bloccare tutto.
Ma il problema non è stato solo il blocco. Un anno e mezzo di corrispondenza per una trentina di deputati che ne faceva abitualmente uso sarebbe sparito nel nulla. Così nella riunione qualcuno ha alzato la voce, puntando il dito e avanzando sospetti. "Hanno il controllo del server - borbottava un parlamentare dissidente prendendosela chiaramente con la Casaleggio associati - è chiaro che qui o c’è incompetenza o dolo". LL'accusa, dunque, è piuttosto pesante: o l'hanno fatto apposta oppure sono degli incapaci.
Sulla questione, che non era all’ordine del giorno dell’assemblea ma che ha monopolizzato la discussione, ci sarebbe stato anche un voto dei presenti, probabilmente finalizzato ad avviare le verifiche per capire cosa sia realmente accaduto. I parlamentari torneranno a parlare della delicata questione nella riunione fissata per mercoledì sera alle 20.30.
Nnel mirino finisce anche la gestione della capogruppo Paola Carinelli, additata come "autrice di numerose porcate", come sottolinea un esponente del M5S citando come esempio la gestione della selezione del personale legislativo per le commissioni parlamentari. Prima, racconta un deputato M5S, ogni commissione aveva una sua graduatoria basata sui colloqui fatti e su curricula trasparenti; poi il Consiglio direttivo (costituito da presidente, segretari d’aula, tesoriere, segretario e capogruppo) ha deciso di avvalersi di un’agenzia di selezione del personale dal nome Praxi, "che i 5 stelle pagano". Una decisione presa dal consiglio direttivo senza passare dal voto dell’assemblea, cosa possibile però dal momento che riguarda spese sotto i 10 mila euro. Inoltre, accusa un 5 stelle, "facendo tabula rasa di tutte le persone che erano state selezionate e non mostrando i curricula di questa gente che ci viene imposta".
"Il problema è che non c’è più il gruppo", lamenta un deputato tra i più allineati. E anche quel cosiddetto "cerchio magico" fatto dei soliti noti, da Di Battista a Di Maio - così viene spiegato da un deputato che di certo non è considerato un dissidente - "non riesce a mantenere il gruppo perché non è messo nelle condizioni di farlo". Un esempio tra i tanti è quello di Di Maio, prima lanciato nel suo ruolo di mediatore nel dialogo con il Pd sulla legge elettorale e poi, senza preavviso, fatto fuori perché Grillo ha deciso (senza consultarsi con nessuno) che il dialogo andava interrotto. In pratica, lamenta lo stesso deputato fedelissimo del Movimento, non c’è una comunicazione lineare e coerente tra Grillo-Casaleggio, il "cerchio magico" e poi tutto il gruppo. "Viviamo un momento schizofrenico - denuncia un 5 stelle - ma passerà...". In che modo? Per ora nessuna risposta. Vedremo nei prossimi giorni.
La precisazione di Casaleggio Associati
"Riguardo la notizia pubblicata da diverse agenzie e testate sul presunto hackeraggio email in cui sarebbe coinvolta la Casaleggio Associati, comunichiamo che la società suddetta non ha mai avuto accesso né gestito i server di posta in oggetto. La Casaleggio Associati sporgerà pertanto formale denuncia contro ignoti presso le autorità preposte al fine di accertare i fatti di natura diffamatoria e lesiva nei confronti della società stessa.
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