
Nessuna richiesta di dimissioni. Per quanto Giorgia Meloni non sia contenta della decisione del ministro Orazio Schillaci (nella foto) di azzerare la commissione consultiva sui vaccini, in particolare per la mancata concertazione con il resto dell'esecutivo, Palazzo Chigi non reputa la questione così grave da non poter essere superata. Certo i malumori restano e dentro Fratelli d'Italia e Lega le perplessità non vengono nascoste, ma tutti ammettono che la vicenda non può essere portata alle estreme conseguenze. Tanto più che una richiesta di dimissioni rischierebbe di creare tensioni con il Quirinale.
Il caso è complesso. C'è chi racconta che il ministro della Salute - prima che scoppiasse il caso Nitag - avesse espresso una certa stanchezza in merito alla sua missione governativa e rivendicasse una maggiore autonomia dalla politica. Ora però Schillaci non potrebbe certo legare ipotetiche dimissioni a questo scontro sull'identità della commissione vaccinale. Anzi, pur non rilasciando dichiarazioni al riguardo, fa sapere che non sta valutando alcun addio.
C'è poi la questione squisitamente politica interna alla maggioranza. È chiaro che un ministro che ha fatto scattare l'irritazione della presidente del Consiglio, è stato criticato dal capo delegazione di Fratelli d'Italia al governo, ovvero il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e dal vicepremier Salvini non può che uscire indebolito da queste querelle. Forza Italia e Noi Moderati però si mostrano inflessibili nella difesa del titolare della Salute. "Quella di Schillaci è una scelta che rappresenta un segnale importante di rafforzamento del legame tra istituzioni e comunità scientifica e che ribadisce il valore e l'importanza della ricerca dice Maurizio Lupi. "Noi siamo dalla parte della scienza e non da quella degli stregoni" dice al Corriere della Sera Maurizio Gasparri. "Spero che Schillaci possa svolgere la sua funzione difendendo le sue competenze. È stato scelto e proposto al capo dello Stato proprio in virtù delle sue competenze: rettore a Tor Vergata e medico esperto".
Sull'altro fronte Matteo Salvini fa sapere che non chiederà le dimissioni. "Lo dico io da ministro: è come se io avessi nominato una commissione da me firmata, con dei membri da me scelti, e dopo tre giorni mi fossi auto azzerato la commissione da me scelta. Dirsi dubbiosi sull'obbligo vaccinale che non c'è nella maggior parte dei Paesi europei non penso sia antiscientifico, penso sia di buon senso".
Sullo sfondo l'opposizione cerca di insinuarsi nella diatriba. Matteo Renzi fa ricorso all'ironia. "Proprio non capisco perché due straordinari virologi come Lollobrigida e Salvini siano costretti a occuparsi di agricoltura e infrastrutture e non siano messi in lizza per il Nobel per la Medicina come meriterebbero. Nel dubbio solidarietà al povero Schillaci".
Elly Schlein rivolge "al ministro che ha azzerato la commissione che lui stesso aveva nominato, beccandosi pure gli strali di Salvini e degli ambienti antiscientifici, una domanda semplice: perché non alza la testa anche quando il governo taglia le risorse per la sanità?".