Maternità come scudo penale? Addio. Parola del sottosegretario alla Giustizia e senatore leghista Andrea Ostellari, che commenta la notizia che arriva da Venezia, dove una borseggiatrice seriale, pizzicata in fragrante resterà in carcere anche se incinta. Esulta Salvini, che ricorda come il merito sia di quell'articolo modificato per volontà del Carroccio. E se il Pd lo accusa di usare la maternità a fini di propaganda, Ostellari taglia corto: "Non siamo certo contro la maternità o contro i bambini. A differenza della sinistra, vogliamo semmai dare dignità alla maternità e proibire che organizzazioni criminali possano ancora sfruttare la gravidanza per far commettere reati. La norma serve a questo".
Peraltro, è il giudice che potrà decidere, discrezionalmente, se rinviare o meno l'esecuzione della pena per una condannata incinta.
"Mai pensato di eliminare quella discrezionalità. Abbiamo invece tolto l'automatismo che impediva di procedere nei confronti di una donna in stato di gravidanza. Ci fidiamo dei nostri giudici, saranno loro a valutare, caso per caso, se e quando la maternità è stata utilizzata solo per ottenere una sorta di impunità".
Il caso veneziano ha fatto scalpore, ma basterà questa novità ad arginare il fenomeno dei borseggi, che continua a destare allarme sociale, soprattutto nelle città e nei luoghi più turistici?
"La norma funziona, ma oggi chiediamo di ritornare alla procedibilità d'ufficio contro il fenomeno dei borseggi, che ha preso la ribalta proprio perché a commettere tali reati ora sono autori differenti: non più solo donne, ma uomini, in particolare ragazzi, magari giovani. E su questo aspetto io e il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni abbiamo una proposta".
Quale?
"Ecco, con la riforma Cartabia s'è tolta la procedibilità d'ufficio per quasi tutte le fattispecie di furto aggravato, come il furto con destrezza. Ci si rimette alla querela di parte. E secondo noi questo è un bel danno per lo Stato. Perché vittime del furto con destrezza, come dicevamo, sono spesso i turisti".
Che si trovano costretti a proporre la querela.
"Sì, e non solo il malcapitato turista è costretto a sporgere querela, ad attivarsi con una burocrazia a volte impegnativa, ma poi quando torna nel suo Paese magari deve anche manifestare la sua volontà di proseguire nell'azione penale nei confronti dei responsabili, se individuati, ritornando in Italia. E a quel punto spesso il gioco non vale più la candela, e di conseguenza molti procedimenti finiscono per chiudersi senza alcun tipo di conseguenza per i borseggiatori".
Un'altra sacca di impunità
"L'improcedibilità d'ufficio fa arenare tanti procedimenti penali, e comporta anche un danno economico per l'Italia. Che viene dipinta come il Paese in cui i ladri la fanno franca. E se un turista magari aveva pensato di tornare a Venezia, a Roma, a Firenze, a Milano, può darsi che scelga un'altra meta e non ci torni più. Ricordandosi quell'inutile trafila burocratica seguita al furto subito più che la bellezza della città. Questo ovviamente comporta un grande danno d'immagine all'Italia: cattiva stampa, cattiva pubblicità, con rischi concreti di ricadute negative sul turismo".
Voi che cosa proponete?
"Completiamo l'opera. Torniamo alla procedibilità d'ufficio per questi reati, così turisti e cittadini non dovranno più affrontare la trafila burocratica per presentare la querela di parte, e la magistratura e gli inquirenti potranno agire in modo veloce ed efficace nei confronti dei responsabili.
Proponiamo ai nostri alleati questo pacchetto giustizia/sicurezza, e contiamo sull'imminente adozione di un provvedimento che vada in continuazione con il decreto sicurezza già approvato e che contenga misure a tutela della sicurezza di cittadini e turisti, oltre che naturalmente delle nostre forze di polizia".