
A Bruxelles il pressing è già iniziato. I vertici dell'Unione europea hanno già chiesto a Matteo Renzi di modificare la manovra tagliando il deficit di almeno 1,6 miliardi di euro. Una richiesta avanzata dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, e dal presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, già a Bratislava. "Il massimo di deficit che ti possiamo concedere - avevano detto a Renzi - è il 2,2%, di più è impossibile". Bruxelles non intende, insomma, approvare la legge di Bilancio se il governo non la limerà di un decimale il deficit del 2,3% approvato sabato scorso dal Consiglio dei ministri.
"Borbottano tutti, ce ne faremo una ragione - si lamenta Renzi - mi si dica invece 'sì' o 'no' sulle singole misure. A forza di 'no' non si va da nessuna parte". L'Unione europea avrebbe già comunicato ai tecnici del governo tutti i dubbi su una manovra che si prende troppi margini di flessibilità. Il negoziato tra Bruxelles e Roma, che dovrà concludersi nel giro di pochi giorni, ha già messo al lavoro il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Se riporterà il deficit al 2,2%, l'Ue sarà disposta (come concordato nelle scorse settimane) a spostare a dicembre il giudizio sulla manovra per non interferire sul referendum costituzionale. Se invece il governo non tornerà sui suoi passi, la Ue non solo boccerà la manovra ma toglierà anche i 19 miliardi di flessibilità accordati nel 2015-2016 il cui via libera definitivo è legato alla compatibilità della nuova legge di Bilancio con i target europei. A quel punto i conti italiani uscirebbero dai parametri e la Commissione Ue potrebbe aprire una procedura d'infrazione che esporrebbe l'Italia agli attacchi degli speculatori finanziari.
Padoan sembra sicuro, alla fine, di riuscire a spuntare il 2,3% . Nel frattempo Renzi, in chiaro, prova a giocarsi la carta dell'accoglienza dei migranti. "Il meccanismo sull'immigrazione va cambiato, innanzitutto in Europa - mette in chiaro il premier ai microfoni di Radio 105 - non si può continuare a fare il festival dell'egoismo, nei prossimi mesi questo sarà un argomento decisivo". Dagli studi di Agorà arriva lo stesso messaggio. A lanciarlo è il ministro dell'Interno Angelino Alfano: "Noi (in tema di migranti, ndr) abbiamo fatto tutto quello che ci eravamo impegnati a fare, l'Europa invece ci ha tirato un 'bidone' dal punto di vista della solidarietà concordata a fronte del nostro impegno". A questo punto, è il ragionamento del titolare del Viminale, "se l'Europa ci ha dato da gestire l'intera vicenda, allora ci paghi.
Questa cosa Renzi e io la stiamo negoziando ai rispettivi livelli". L'obiettivo del governo, insomma, non è risolvere l'emergenza immigrazione ma ottenere più soldi per coprire le proprie politiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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