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La manovra tra chi fa festa e chi è deluso

Esultano industriali, agricoltori e commercianti. Boccone amaro per le banche

La manovra tra chi fa festa e chi è deluso
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La manovra è arrivata alla meta. Non è stato semplice, anche se nessuna manovra è mai semplice visto che di solito è la sede che vede esplodere le ambizioni delle varie componenti della maggioranza: l'obiettivo del governo di uscire dalla procedura per deficit eccessivo della Commissione europea già nel 2026 ha comportato dei sacrifici dolorosi. Alla fine i tre partiti della coalizione sono comunque riusciti a trovare la quadra, dando ancora prova di coesione anche nelle difficoltà. Oggi alle 19 si voterà la fiducia, con il via libera definitivo atteso per domani. È tempo dunque di bilanci di una manovra da 22 miliardi che, inevitabilmente, ha prodotto contenti e scontenti nelle varie categorie.

Tra chi si dice soddisfatta è certamente Confindustria, che aveva spinto per ottenere un piano triennale di sostegni all'industria e l'ha ottenuto. "Non possiamo dire che l'industria non sia stata ascoltata", aveva commentato il presidente degli industriali Emanuele Orsini. "Avevamo chiesto 8 miliardi l'anno per tre anni. Il governo ha capito che anche dalla ripresa dell'industria dipende il futuro dell'Italia e gli stanziamenti nel triennio sono arrivati a oltre 15 miliardi". Apprezzato, in particolare, l'iper-ammortamento per le imprese che migliorano l'impatto energetico con investimenti green. Soddisfatti anche i commercianti. Il numero uno di Confcommercio, Carlo Sangalli, benedice le misure di alleggerimento fiscale sul lavoro: "Bene l'approvazione del subemendamento che estende la detassazione agli aumenti contrattuali anche per i contratti rinnovati nel 2024". In una fase incerta per l'economia, ha sottolinea Sangalli, rafforzerà "la fiducia e i consumi delle famiglie che, nonostante alcuni segnali di risveglio, restano ancora deboli. Ma rappresenta anche un sostegno alla contrattazione collettiva".

Nella cerchia di coloro che promuovono la manovra c'è anche Coldiretti. L'associazione di categoria degli agricoltori guidata da Ettore Prandini in una nota ha detto di apprezzare, in particolare, la Zes agricola e la semplificazione sulla gestione dei rifiuti fino alla stabilizzazione del lavoro occasionale in agricoltura e alla possibilità di istituzione di imprese faunistico-venatorie. Un risultato, sottolinea Coldiretti, frutto del lavoro portato avanti in questi mesi con i gruppi parlamentari e il governo.

Dall'altra parte della barricata ci sono le cosiddette categorie colpite dalla manovra sul fronte dei prelievi fiscali. In primis, si possono citare banche e assicurazioni il cui contributo alle coperture della legge di bilancio sfiora 5 miliardi. Durante la lunga trattativa si era espresso criticamente il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, che ha sempre respinto la logica dei presunti extra-profitti delle banche. Alla fine, però, una sorta di spirito di sistema ha prevalso e ha preso forma nelle parole del numero di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che si è detto "favorevole" al contributo del settore se questo serve a spingere il nostro Paese fuori dalla procedura per deficit eccessivo. L'amarezza per una tassa che il sistema bancario giudica ingiusta, però resta.

Le imprese di tlc restano invece a bocca asciutta, il settore chiedeva a gran voce un intervento per ottenere un rinnovo delle frequenze a canone agevolato in cambio di investimenti. Rimane tuttavia aperto un pertugio per un emendamento al decreto milleproroghe. Diverse associazioni dei consumatori si sono lamentate per la tassa di 2 euro sui pacchi del valore inferiore a 150 euro provenienti da Paesi extra-Ue.

Confedilizia, infine, aveva espresso contrarietà all'innalzamento della tassazione al 26% sugli affitti brevi già dalla prima casa. Norma che poi è stata smussata, con l'aggravio fiscale che ora inizia dalla terza abitazione e oltre tale soglia scatta l'obbligo di partita Iva.

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