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Manovra di mance ai ministeri. Le tasse arrivano dopo le urne

Franceschini, Madia, Fedeli, Galletti: tutti hanno avuto un contentino. Salasso rifilato al prossimo governo

Manovra di mance ai ministeri. Le tasse arrivano dopo le urne

Come interpretare il testo della legge di Bilancio arrivato ieri in commissione Bilancio al Senato? È un aggregato di misure di spesa in chiave elettorale che rinvia al 2019 la questione delle clausole di salvaguardia su Iva e accise. Si accontentano molti ministri, alcune categorie di elettori (soprattutto gli statali e i disoccupati) e si lascia ai posteri la patata bollente di una stangata fiscale che potrebbe essere pesante.

Ha cercato di glissare il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nella lettera di risposta inviata alla Commissione Ue che contestava una minore correzione del deficit dello 0,1% del Pil (1,7-1,8 miliardi) rispetto a quanto promesso a Bruxelles. «Gli effetti cumulati delle riforme strutturali sulla crescita economica sono stimati intorno al 3% in cinque anni», si legge nella missiva. Alle sottolineature di Dombrovskis e Moscovici il titolare del Tesoro ha replicato che quello 0,1% «è da attribuirsi ad una diversa applicazione della metodologia nel calcolo della crescita potenziale (il cosiddetto output gap)» e che «l'Italia sta ancora sperimentando condizioni cicliche difficili anche se in miglioramento». Traduzione dal gergo degli economisti: «Non accanitevi sull'Italia e accontentatevi, altrimenti alle prossime elezioni vincono i populisti». Valutazioni di cui l'Ue terrà conto quando nella seconda metà di novembre giudicherà il Documento programmatico di bilancio.

Fatta questa premessa si può comprendere come le due settimane trascorse dal Consiglio dei ministri che ha varato la manovra alla sua effettiva stesura siano state impiegate ad accontentare tutti i ministri che avevano pretese da soddisfare. Il quartetto Poletti-Madia-Fedeli-Franceschini può essere presentato senza dubbio come «vincente». Il ministro del Lavoro ha portato a casa la decontribuzione per i neoassunti under 35, l'assegno di ricollocazione esteso ai cassintegrati oltre alla proroga della cigs per le imprese di interesse strategico e le aree di crisi complessa. Senza contare le misure per il sostegno al reddito per le famiglie numerose e i disoccupati over 55. Il titolare della Pubblica amministrazione ha incassato i rinnovi contrattuali, che sono la voce di spesa di maggiore entità dopo la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia con conferma del bonus da 80 euro. L'Istruzione ha avuto anche l'aumento salariale dei presidi, 177 milioni di euro per assumere 1.600 ricercatori universitari e la possibilità al personale Ata di fare supplenze brevi nelle scuole. Nota dolente la tassa di 10 euro per chi partecipa ai concorsi. Franceschini al bonus cultura per i 18enni da 290 milioni ha aggiunto la riduzione dell'aliquota Iva sui concerti al 10% equiparati agli spettacoli teatrali. Ognuno di questi ministri potrà dire di aver ottenuto qualcosa così come il ministro Galletti che ha istituito nella sua Bologna ItaliaMeteo, la nuova agenzia meteorologica.

Se i ministri hanno già concluso l'«assalto alla diligenza» (ci sono pure 7.400 assunzioni nelle forze dell'ordine e il riordino dei diritti tv in Serie A voluto dal ministro Lotti), cosa potranno fare i senatori visto che la maggioranza a Palazzo Madama è superfriabile? Più che la responsabilità ha prevalso la deresponsabilizzazione.

Le coperture sono affidate all'aumento del potere invasivo dell'Agenzia delle Entrate, al settore dei giochi (scommesse e bingo) e all'asta delle frequenze 5G (1,25 miliardi l'anno prossimo). Ma molti in campagna elettorale saranno felici.

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