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Deficit, Renzi sfora i paletti Ue. Ed è giallo sulla firma del Colle

Il governo pronto ad aumentare il deficit/Pil 2017 fino ad un massimo del 2,4%. Ma è contro al diktat dell'Ue. Voci di minacce dal Quirinale

Deficit, Renzi sfora i paletti Ue. Ed è giallo sulla firma del Colle

Ieri sera il Senato ha dato il via libera alla risoluzione di maggioranza che autorizza il governo a aumentare il rapporto deficit/Pil per il 2017 fino a un massimo del 2,4 per cento. I voti favorevoli in Aula sono stati 182 contro i 73 voti contrari e un solo astenuto. Si è superata, in questo modo, la maggioranza assoluta di 161 voti necessaria a far passare la risoluzione. Tutto sistemato? Mica tanto. Secondo Dagospia, infatti, Sergio Mattarella avrebbe minacciato Matteo Renzi di non firmargli la manovra qualora dovessero essere confermate quelle cifre. Indiscrezione che è stata subito smentita dal Quirinale.

Nei giorni scorsi il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, era stato sin troppo chiaro invitando il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a non prenderci troppo la mano coi numeri. A Bruxelles non vedono di buon occhio sforare la soglia del 2%. "E comunque il 2,4% non è il numero che abbiamo in mente - conclude Moscovici - è una questione di sostanza, perchè dobbiamo aspettare che il governo italiano ci presenti la manovra di bilancio". Nonostante le raccomandazioni dell'Unione europea il testo approvato ieri sera ufficializza il deficit del 2017 al 2,2%, con la possibilità di portarlo al 2,4%. Una presa di posizione che ha fatto sasltare sulla sedia il capo dello Stato che ha minacciato di non voler firmare la manovra qualora dovesse confermare questi numeri. "Sarebbe incostituzionale", avrebbe confidato Matterella ai suoi.

A Mattarella, sempre secondo la ricostruzione di Dagospia, il governatore della Bce Mario Draghi avrebbe spiegare che "con un deficit su quei livelli, l’Italia non riesce a ridurre il deficit strutturale. Cioè, quel numeretto che indica che il Paese è sulla strada buona del risanamento della finanza pubblica". Renzi, però, avrebbe fatto spallucce facendo carta straccia dei consigli di SuperMario e decidendo così di sfidare l’Unione europea, la Banca centrale e lo stesso Quirinale. Mattarella può, però, appigliarsi al fatto che, sulla base della legge voluta da Mario Monti in Costitzione, senza un deficit strutturale in discesa la legge di Bilancio risulterebbe incostituzionale. Nello staff del Colle, però, si definisce "del tutto priva di fondamento" la ricostruzione di Dagospia.

Restanom, tuttavia, nell'aria le tesioni (fortissime) con Bruxelles.

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