Manovra, nuovo vertice per la quadra

Domani l'incontro per sciogliere i nodi su banche, affitti brevi e tassa sui dividendi

Manovra, nuovo vertice per la quadra
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Il confronto interno alla maggioranza sulla manovra entra nel vivo. Domani è attesa una nuova riunione di governo, preceduta da un vertice politico della Lega con il leader Matteo Salvini e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Si tratta di un passaggio chiave, anche perché già mercoledì il disegno di legge di bilancio approderà in Senato per il primo esame in commissione Bilancio.

Nel Carroccio cresce la pressione per intervenire su alcuni capitoli della manovra, a cominciare dal contributo chiesto alle banche. "È doveroso che i grandi istituti aiutino il settore sanitario, le famiglie e le imprese", spiegano fonti leghiste, che annunciano emendamenti per "rafforzare il contributo" del mondo finanziario. Salvini intanto alza ulteriormente i toni: "Ogni lamentela in più dalle banche è un miliardo in più che gli chiediamo. Una parte di quegli utili è garantita dallo Stato, quindi dai cittadini. Fare impresa così non è normale".

Le parole del vicepremier arrivano dopo le critiche di Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, che aveva ricordato come "le banche abbiano pagato da sole la crisi". Ma Salvini non arretra e rilancia una linea che punta a riequilibrare, anche simbolicamente, la manovra in senso "sociale".

Sul tavolo, però, non ci sono solo le banche. Altro nodo è quello degli affitti brevi, misura dal valore limitato circa 100 milioni su una manovra da 18 miliardi ma che ha scatenato il pressing di Forza Italia, contraria a interventi penalizzanti per proprietari di case. Gli azzurri chiedono di rivedere la norma, ritenuta "distorsiva" e poco efficace, confidando in una soluzione alternativa che non pesi su piccoli proprietari e gestori. Più complessa la questione della norma che aumenta la tassazione sui dividendi delle partecipazioni inferiori al 10 per cento. Il passaggio dal prelievo dell'1,2% al 24% potrebbe garantire all'erario oltre un miliardo di euro l'anno, ma suscita malumori e preoccupazioni per i possibili effetti sull'attrattività del mercato italiano. "È una misura che rischia di far fuggire i capitali", avvertono fonti parlamentari, ricordando che a essere colpite sarebbero anche famiglie e piccoli investitori.

Un ulteriore fronte di tensione è quello legato al Superbonus: il divieto di cessione dei crediti residui mette in difficoltà le Pmi ancora esposte, e diversi parlamentari di centrodestra chiedono un correttivo per evitare un nuovo blocco dei cantieri. Fratelli d'Italia, per ora, mantiene un profilo di prudenza. "Il passaggio parlamentare non sarà formale: si potranno fare modifiche, naturalmente nel rispetto dei saldi e dell'impostazione approvata dal Consiglio dei ministri", chiarisce Lucio Malan, capogruppo al Senato del partito di Giorgia Meloni. Più tagliente la replica del responsabile economico di FdI, Marco Osnato: "La Lega ha il ministro dell'Economia, chieda a lui cosa vuole fare". Una frase che fotografa bene il clima: maggioranza compatta sul traguardo, ma ancora divisa sul percorso per arrivarci.

Il vertice di domani dovrà dunque sciogliere i principali nodi politici prima dell'avvio dell'esame parlamentare. L'obiettivo è presentarsi uniti al debutto in commissione Bilancio, ma la strada verso l'approvazione della manovra, come ogni anno, si preannuncia non priva di insidie.

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