Manovra quasi pronta Web tax «rinforzata» e stop alle maxibollette

Ultimi ritocchi al Bilancio. L'imposta on line sarà estesa a tutto il commercio elettronico

Una web tax più estesa e una corsia preferenziale per lo stop alle maxi bollette. Sono le due novità che toccano più da vicino i consumatori che stanno emergendo dal rush finale per approvare la manovra in commissione Bilancio alla Camera. Ma non mancano novità anche per il pubblico impiego e per le imprese, in particolare quelle del settore giochi, cui la nuova legge di bilancio imporrà l'adesione a un registro degli esercenti e distributori: è l'ultimo (blando) tentativo di porre freni a un business che non conosce crisi, ma da sempre, a parole, stigmatizzato dalla politica.

Per lo stop alle maxibollette esulta comprensibilmente Simone Baldelli, il deputato di Forza Italia autore della proposta che impedirà alle compagnie di chiedere, attraverso esosi conguagli, il pagamento di consumi che risalgano a più di due anni prima. Una sorta di prescrizione che eviterà ai consumatori di ritrovarsi con l'amara sorpresa di bollette del gas o della luce da migliaia di euro. Dopo l'approvazione della norma in aula alla Camera, la commissione Bilancio ha votato all'unanimità per integrare la proposta Baldelli nella manovra, garantendogli così di diventare legge prima che il Parlamento venga sciolto: «Abbiamo scritto una bella pagina di attività parlamentare in favore dei diritti dei consumatori», commenta Baldelli su Twitter.

Più complessa la partita della web tax. Sarà presentato oggi l'emendamento che corregge la versione approvata al Senato. Stando alle anticipazioni, la norma che mira a stanare i redditi incamerati dai big della Rete vendendo beni e servizi on line al riparo dal fisco italiano, nella nuova versione andrà a colpire un ventaglio molto più ampio di attività, includendo anche il commercio elettronico. Il regno dorato di Amazon, tanto per essere chiari. Un allargamento talmente significativo che, nonostante la decisione di tagliare l'aliquota prevista dal 6 all'1 per cento, il gettito dovrebbe impennarsi. Grazie anche a una diversa data di applicazione, nella prima versione doveva partire dall'1 luglio 2018, nel primo anno l'incasso previsto dovrebbe balzare dai 100-200 milioni di euro a 7-800.

Resta da chiarire un punto fondamentale: se lo scopo della web tax è colpire giganti come Apple, Amazon o Facebook che hanno sedi in Paesi dalla fiscalità più morbida e gestiscono transazioni che potrebbero fruttare miliardi di euro al fisco italiano, va trovato un modo di evitare che la nuova tassa colpisca anche le aziende italiane che già pagano il loro conto all'erario italiano. Nella nuova versione dovrebbe sparire il credito d'imposta. Confindustria, pur approvando il principio della web tax, mette in guardia: «Attenzione a non colpire imprese e consumatori».

Intanto la commissione, oltre al registro per le aziende dei giochi, dà il via libera anche alla proroga di un anno per le graduatorie

della scuola e a modifiche alla legge sugli appalti che ci aveva fatto finire nel mirino dell'Ue. Infine arriva un premio, in termini di flessibilità nella raccolta di fondi, per le università che tengono i conti in ordine.

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