Il sentiero per guidare l'Italia fuori dalla procedura d'infrazione è tracciato, ma molto stretto. Per questo il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, dovrà tenere duro o comunque trovare compromessi alle pressanti richieste non solo da parte degli alleati di governo. Basti pensare che, negli ultimi giorni, sono fioccati 5.742 emendamenti (1.600 dalla maggioranza) alla legge di bilancio. La stragrande maggioranza di questi finiranno su un binario morto, ma entro stasera si dovranno depositare i 414 emendamenti "segnalati" da parte dei vari gruppi, in particolare, ci sarà attenzione su quelli delle forze di governo: ovvero quelli che saranno presi maggiormente in considerazione e avranno più chance di essere approvati. La premier Giorgia Meloni dovrebbe convocare un vertice di maggioranza prima del voto in commissione di giovedì.
Secondo quanto emerso ieri, nei segnalati della Lega ci sarebbe l'estensione della rottamazione quinquies ai contribuenti decaduti dalla rottamazione quater. Inoltre, si vorrebbe ammettere quelli che hanno ricevuto un accertamento e hanno regolarmente presentato la dichiarazione dei redditi. Ci sarà anche la modifica al rialzo delle tasse sugli affitti brevi (tra chi vuole cancellarla e chi limitare l'aliquota al 23%) oltre alla nuova tassa sull'oro e probabilmente la tassa da 2 euro sui pacchetti in arrivo al di fuori dell'Ue. I tre partiti di maggioranza - Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia - hanno chiesto lo stop dell'innalzamento al 33% della tassazione sulle plusvalenza derivante dalle cripto-attività. Mentre Forza Italia chiede la proroga fino al 2027 del bonus elettrodomestici.
Come ha spiegato ieri Nicola Calandrini, presidente della Commissione Bilancio del Senato ed esponente di Fratelli d'Italia, l'auspicio è di chiudere il vaglio degli emendamenti segnalati entro venerdì. A seguire ci saranno incontri politici tra governo e gruppi parlamentari. Si discuterà con la consapevolezza che la priorità è far uscire l'Italia dalla procedura d'infrazione, facendo scendere il disavanzo di bilancio al di sotto della soglia del 3%. Per questo, la manovra è stata la più snella degli ultimi anni (solo 18,8 miliardi). Una legge di bilancio in continuità con le altre già approvate dal governo Meloni che, insieme, hanno impiegato 43 miliardi sulla riduzione della pressione fiscale per lavoratori e famiglie, oltre a 17 miliardi per la Sanità (2,4 miliardi in questa legge di bilancio) nonostante i margini limitati dall'enorme gravame da 200 miliardi del Superbonus. In questa manovra, le misure sono state finanziate con risparmi di spesa per 2,3 miliardi dai ministeri, 5,1 miliardi di rimodulazione del Pnrr e 4,4 miliardi di contributo da parte di banche e assicurazioni. Mantenere la disciplina di bilancio rafforzerà la reputazione sui mercati dell'Italia, che già ha incassato la promozione di Fitch, S&P, Dbrs e venerdì si attende anche la benedizione di Moody's. Dettagli che fanno risparmiare al Paese miliardi di spesa per interessi. Da non dimenticare, poi, che i 12 miliardi di prestiti Ue per finanziare le spese per la difesa sono condizionati al superaemento della procedura.
Affinché la Commissione europea possa abrogare la procedura d'infrazione all'Italia è necessario vedere i dati effettivi del rapporto tra deficit e Pil nel 2025 così come verificati da Eurostat. Questi dati saranno disponibili in aprile e un'eventuale abrogazione, se il disavanzo sarà confermato al di sotto del 3% del Pil, potrà avvenire nel pacchetto primaverile del Semestre europeo.
Ma non tutto è da considerare scontato, dipende da quanto effettivamente sarà la crescita del Pil italiano (l'Europa l'ha tagliata allo 0,4% per quest'anno) ma anche da quanto emergerà dalle valutazioni in corso a Bruxelles per definire la nozione di "al di sotto del 3% del Pil" secondo le regole del nuovo Patto di Stabilità: non è ancora chiaro cosa accadrebbe nel caso si fosse in presenza di un disavanzo al 2,99% e avvenisse un arrotondamento statistico da parte di Eurostat.