Roma - Se le consultazioni del Capo dello Stato si apriranno martedì 3 aprile, la settimana pasquale sarà dedicata al completamento dei quadri di Camera e Senato. Oggi deputati e senatori che non l'avessero ancora fatto dovranno dichiarare a quale gruppo intendono iscriversi, domani ci sarà la costituzione formale con l'elezione dei presidenti di ciascun gruppo. In modo che, dalla pomeridiana di mercoledì 28 a Palazzo Madama e dalla seduta antimeridiana del giorno dopo alla Camera, si possa procedere all'elezione dei quattro vicepresidenti, tre questori e otto segretari.
Saranno i capigruppo, assieme ai presidenti Casellati e Fico, a doversi impegnare in una distribuzione delle cariche che tenga conto di tutti i fattori in campo, secondo quanto dettato dai rispettivi Regolamenti (agli articoli 5 di quello della Camera nonché del nuovo Regolamento entrato in vigore al Senato da venerdì scorso). In particolare, si terrà conto che ogni forza sia rappresentata nell'ufficio di presidenza in relazione al proprio peso parlamentare. Così che le «profferte» di vicepresidenze o altro, durante le trattative delle scorse settimane, erano in realtà vendita della scatola di cartone vuota (la sòla col classico «mattone»). Ovviamente, nella scelta concorrono anche altre considerazioni: tipo la caratura, le attitudini, i background delle personalità in lizza, nonché (forse soprattutto) gli equilibri interni a ogni gruppo. Che si potranno capire soltanto dopo la loro costituzione e l'elezione del presidente.
Alla Camera, le due vicepresidenze del centrodestra vedono in pole position Mara Carfagna (Fi) e i leghisti Giancarlo Giorgetti o Claudio Borghi. In alternativa, per gli azzurri, nome papabile è quello di Deborah Bergamini. Dovesse spuntarla Fratelli d'Italia, toccherebbe a Guido Crosetto. Per i Cinquestelle ci potrebbe essere una seconda poltrona, in aggiunta a quella di Fico, per Emilio Carelli o Alfonso Bonafede, mentre aspra è la contesa nello sparuto gruppo pidino, affamato di poltrone. In lizza per una vicepresidenza, la Boschi, Giacomelli, Anzaldi, Fiano. Ma non è escluso che alla fine Franceschini o Orlando possano riuscire a piazzare un proprio uomo. Per i posti di questore, assodata la riconferma di Fraccaro (M5S) e Fontana (Fi), al Pd potrebbe toccare l'ultima poltrona per Federico Fornaro o l'iper-renziano Dario Parrini. A cascata, le otto postazioni di segretario che serviranno a soddisfare gli esclusi.
Anche a Palazzo Madama è tutto ancora in alto mare.
La vicepresidenza grillina potrebbe toccare a Elio Lannutti, Primo Di Nicola o Nicola Morra; per quella del Pd si profila un duello Zanda-Bonino; per le due di centrodestra «papabili» la Bongiorno, Quagliariello, Marsilio e gli intramontabili Calderoli e La Russa. Difficile che Romani accetti la candidatura di ripiego. Questori verso la riconferma Malan (Fi) e la Bottici (M5S).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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