Marina chiude il teatrino di Repubblica

Scrive la presidente Fininvest: "Su Meloni e Tajani ricostruzioni del tutto infondate"

Marina chiude il teatrino di Repubblica
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Nessuna trama segreta, nessun desiderio di trasformarsi in una sorta di kingmaker, nessun malumore o contrarietà nei confronti di Giorgia Meloni. Nel giorno in cui Pier Silvio Berlusconi rivendica in tv i risultati della semestrale di Mediaset, Marina Berlusconi prende carta e penna e indirizza una lettera a Repubblica per replicare a un articolo che racconta la nuova ribalta di Gianni Letta, la «disistima» verso la premier e un rinnovato protagonismo politico dei fratelli Berlusconi.

Marina Berlusconi - che in mattinata aveva parlato con Gianni Letta e con Antonio Tajani - risponde in maniera piuttosto secca e asciutta, richiamando tutti al dovere di perseguire non solo la suggestione, ma anche la verità. Parole con cui va a costruire uno scudo attorno a Letta, a smentire dissidi con Meloni, a ribadire che quello con Draghi è stato un normale incontro di lavoro e al contempo blindare Antonio Tajani. Il messaggio è quanto mai chiaro. «So bene che arginare il fiume delle voci e delle indiscrezioni è pratica molto difficile, se non impossibile, ma io non posso continuare a tollerare presunte ricostruzioni che non hanno il minimo contatto con la realtà». Marina smentisce che ci sia da parte della famiglia «disistima» nei confronti della premier Giorgia Meloni e «scontentezza» per quanto fa Antonio Tajani alla guida di Forza Italia «quando in entrambi i casi è vero esattamente il contrario». «La Repubblica descrive perfino pensieri e progetti che non ho, né ho mai avuto. Arriva addirittura a deformare il contenuto di incontri che fanno parte del mio ruolo e del mio lavoro, trasformandoli in assurde riunioni carbonare che nasconderebbero trame politiche da fantascienza». «Tutto molto affascinante, lo ammetto: quasi intrigante. Ma - aggiunge la presidente di Mondadori e Fininvest - anche distante ventimila leghe dalla verità. Già, la verità In un'epoca di fake news e di chiacchiere incontrollabili, conta ancora qualcosa? Per questo le scrivo, caro Direttore: per rispetto del lavoro che fate e per rispetto del suo giornale. Ancor prima, però, per rispetto e per amor di verità. Forse sarò ostinata, e di certo le parrò all'antica, ma - conclude Marina Berlusconi - continuo a pensare che la realtà dei fatti conservi un valore. E che i retroscena possano avere un senso soltanto quando e se, da dietro il palcoscenico, descrivono una scena reale. Non un teatro, anzi un teatrino, che non c'è».

Se Marina si concentra sulla proiezione politica che le viene costruita attorno, Pier Silvio Berlusconi, in qualità di Ceo di MFE, rivendica, parlando con il TG5, i risultati ottenuti. «Siamo riusciti a diventare leader anche in Spagna e abbiamo una importante presenza in Germania, ma tutto parte dall'Italia. Durante le varie crisi il mercato della pubblicità è passato da 10 miliardi a 6 miliardi, una perdita del 40%. Ora, buona parte di questi investimenti sono stati recuperati, ma c'è tantissima concorrenza. Nonostante questo, noi siamo riusciti a continuare a investire e a crescere». Un andamento positivo confermato dalla semestrale. «Abbiamo tutti i fondamentali in crescita. Ricavi in crescita, risultato operativo in crescita, utile in crescita, posizione finanziaria netta migliorata dalla fine dell'anno scorso di 240 milioni.

E il nostro titolo cresce di più della media di tutti i broadcaster in Europa». Un trend che ha consentito a Mediaset di lanciare un piano di assunzioni. «Il nostro programma è concentrato su under 30 e donne. Stiamo creando nuova occupazione».

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