Putin ha accettato la partecipazione dell'Onu e del Comitato internazionale della Croce Rossa all'evacuazione dei civili dall'acciaieria Azovstal di Mariupol. La notizia è arrivata in serata e questo significa che l'incontro tra il leader del Cremlino e il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres ha prodotto una crepa nell'inflessibilità fino a oggi manifestata dal presidente russo. I prossimi giorni saranno decisivi per mettere a punto l'operazione che consentirà a un migliaio di civili di abbandonare l'inferno dell'impianto siderurgico. Anche perché i raid russi si sono susseguiti per tutta la giornata. Nelle ultime 24 ore la città costiera ha subito 46 attacchi aerei, quasi tutti indirizzati sull'acciaieria, con i civili feriti e intrappolati tra le macerie. Nessun corridoio, almeno per il momento, per i soldati ucraini rimasti bloccati. Quelli del battaglione Azov chiedono di essere evacuati in Turchia, dicono di non fidarsi di Kiev. Nel frattempo le truppe russe stanno costringendo la popolazione maschile di Mariupol a partecipare alla rimozione delle macerie e a scavare fosse comuni in cambio di cibo. Il consigliere del sindaco Andryushchenko ha denunciato la deportazione di altre 474 persone, tra cui 69 bambini.
Sul campo di battaglia, il cambio di comandante dell'Operazione Speciale ha aperto nuovi scenari, e soprattutto nuovi fronti nella guerra in Ucraina. Valerij Gerasimov, che godeva della fiducia di Putin, ha deluso con il trascorrere delle settimane le aspettative del leader del Cremlino. Lo scorso 9 aprile è stato chiamato alla guida dell'esercito di Mosca il generale Alexander Dvornikov, l'uomo che ha messo a ferro e a fuoco la Siria nel 2015. Decisamente più spietato del suo predecessore, Dvornikov è anche un raffinato stratega e un apprezzato giocatore di scacchi, e in quest'ottica si può comprendere il motivo dell'improvvisa, e per certi versi sorprendente, offensiva su Zaporizhzhia. Al netto della centrale nucleare, la località assume un notevole valore strategico: si trova a metà tra Dnipro e la regione costiera del Mar d'Azov, ma soprattutto l'entroterra è confinante con gli oblast di Donestk e Lugansk. Avanzare a quelle latitudini significare spaccare in due l'Est dell'Ucraina, bloccare le linee di rifornimento di Kiev e predisporre un lungo assedio nelle principali città del Donbass. Dvornikov è convinto che l'apertura del fronte di Zaporizhzhia possa costringere Kiev a disperdere le proprie truppe nell'est e a rendere meno potente la difesa nei punti caldi del Donbass. Senza dimenticare che su un eventuale tavolo dei negoziati i russi potrebbe far valere la capacità di lasciare senza luce ed energia l'intera Ucraina, e distribuire le carte da gioco.
Con queste premesse non c'è quindi da sorprendersi alla notizia che Zaporizhzhia sia sotto attacco degli invasori, che hanno accumulato equipaggiamenti e truppe e stanno tentando di raggiungere il centro abitato. L'area viene colpita con missili lanciati da terra e da mare. Due razzi da crociera hanno sfiorato la centrale nucleare a Energodar, provocando un morto e un ferito. Sotto il fuoco nemico anche il villaggio di Spasivka, mentre sono in corso pesanti combattimenti a Huliaipole.
Nel Lugansk, Kreminna è caduta dopo pesanti bombardamenti che continuano tutt'ora a Sud di Izium. Le forze russe cercano di avanzare verso le città di Sloviansk e Kramatorsk. Altre cinque località, Severodonetsk, Lysychansk, Rubizhne, Popasna e Gorskoye, sono state colpite dai missili russi. Il governatore Sergey Gaidai ha ordinato alla popolazione di fuggire.
Nel Donetsk l'esercito ucraino ha vissuto momenti infernali e perso 500 uomini, almeno secondo il portavoce della Difesa Igor Konasenkov. Le truppe russe hanno minato la diga del bacino idrico di Karlivka e colpito Avdiivka con un attacco missilistico. Le forze di Kiev hanno respinto un attacco in direzione di Mariinsky. Fuoco russo si segnala contro Krasnohorivka, e due civili sono stati uccisi nell'insediamento di Travneve e altri 6 feriti tra Maryinka e Lyman. Quattro persone sono state uccise e nove ferite nei bombardamenti nella regione di Kharkiv. Un attacco missilistico è stato direzionato verso Odessa, dove risulta danneggiato il ponte ferroviario sull'estuario del Dnestr.
La risposta degli uomini del generale Zaluzhny si è concretizzata nell'abbattimento di 12 velivoli: tre caccia (Su-34, Su-35,
Su-30), 4 missili da crociera, altrettanti droni e un elicottero Ka-52 Alligator. Durante la giornata, almeno 70 militari russi sono stati uccisi mentre cercavano di avanzare verso Kryvyi Rih (180 km a Ovest di Zaporizhzhia).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.