Coronavirus

"La mascherina? Un danno per i piccoli. Non si risolve tutto con le videolezioni"

I dubbi del pedagogista soprattutto per i bambini da zero a 6 anni. "Poco considerati e isolati in una fase così importante della vita"

"La mascherina? Un danno per i piccoli. Non si risolve tutto con le videolezioni"

Finisce così, tra attese e proroghe, tra rimandi e incertezze. Gli alunni di ogni ordine e grado non torneranno sui banchi. A casa fino a settembre. Ma come si tornerà? Forse ancora molto on line, distanziamento sociale tra i banchi, guanti e mascherine per tutti ad esempio. «Sinceramente mi sembrano idee tutte buttate un po' lì così. Eppure qui si parla di scuola, di futuro. E dovrebbe essere a cuore di tutti. E invece...».

Daniele Novara è tra i più stimati pedagogisti della scena italiana, fondatore del Centro Psicopedagogico per la gestione dei conflitti e direttore della Scuola Genitori. Risponde dalla sua casa di Piacenza da dove ha stabilito il suo quartier generale.

Come vede l'uso di mascherine e guanti per gli alunni che dovranno tornare a scuola?

«Se sarà un modo per farli tornare in classe, e permettergli così di riprendere a vivere una realtà piena allora ci dovremo accontentare. I ragazzi più grandi, quelli delle superiori per intenderci non penso che avranno grosse difficoltà. Sarà faticoso, come lo è per tutti, ma avranno gli strumenti per accettarlo. Sempre meglio delle video lezioni».

Non le piacciono le lezioni via web?

«Per la carità. È chiaro che tutto si è inceppato. Ma questo videolezionismo è esagerato. Bisognerebbe che gli insegnanti se ne rendessero conto. La videolezione è faticosissima. L'apprendimento è una cosa seria, la scuola dia piuttosto indicazioni di esperienza».

Cosa consiglia?

«Una ricetta da sperimentare in cucina, un'intervista al nonno, imparare a giocare a scacchi, creare un orto sul balcone. Esperienze costruttive. Ma il problema mi rendo conto sta alla base».

In che senso?

«È da tempo che lo ripeto: in questa emergenza i giovani, soprattutto i bambini da zero a sei anni sono quelli che stanno soffrendo maggiormente. Ai politici, al ministero dico: facciamo un tavolo di riflessione, coinvolgano anche noi pedagogisti e non solo virologi perché in gioco c'è il futuro dei nostri bambini, dei nostri ragazzi che stanno subendo un danno enorme e nessuno sembra accorgersene. In Italia i cani sono più rispettati dei bambini, a partire dalla negazione di una passeggiata. Soprattutto nei bimbi dell'asilo il bisogno motorio è una necessità».

E all'asilo con le mascherine?

«Ecco. È esattamente la riprova di quello che ho appena detto, di questa scarsa, scarsissima considerazione della natura infantile. Si adatteranno ma ci sarà un danno relazionale».

Gli adolescenti come reagiranno a questo distanziamento prolungato?

«L'adolescente se la prende con i genitori, ma ha più risorse, manderà più messaggi.

I più deboli restano i piccolini a cui nessuno in questo momento sta pensando».

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