Coronavirus

Mascherine a prezzo fisso. Da domani a 50 centesimi (e c'è quella per i bambini)

Protezioni disponibili in 50mila punti vendita Il prototipo per i più piccoli: "Servirà a scuola"

Mascherine a prezzo fisso. Da domani a 50 centesimi (e c'è quella per i bambini)

Le mascherine chirurgiche diventano un bene di prima necessità. E da domani, il prezzo calmierato è di 50 centesimi più Iva (destinata ad essere eliminata tra qualche giorno) e saranno reperibili un po' ovunque: farmacie, parafarmacie, supermercati, da Coop a Carrefour, da Esselunga a Leroy Merlin. In tutto sono 50mila i punti vendita (uno su 1.200 abitanti) lungo tutto lo Stivale, che diventeranno 100 mila alla metà di maggio. All'accordo hanno aderito Federfarma, Assofarm, l'ADF, Confcommercio, Federdistribuzione. «La speculazione è finita» annuncia il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. «Basta prezzi vergognosi. Da domani ogni genitore potrà acquistare a un euro due mascherine per i propri figli».

Venditori e distributori hanno sotterrato l'ascia di guerra, dunque. All'appello mancano solo i tabaccai con cui Arcuri ha iniziato «un dialogo serrato» per conquistarsi altri 50.000 strategici punti vendita. E tra i prossimi assidui consumatori ci saranno anche i bambini. A loro saranno dedicate mascherine senza elastico, con inserti colorati che i più piccoli potranno sfoggiare all'incontro con i nonni, quando girano con i genitori sui mezzi pubblici e infine a scuola. «Le metteremo sul mercato molto presto assicura il commissario - per abituare i bambini ad usarle anche in vista della ipotizzata riapertura delle scuole a settembre».

La sicurezza delle mascherine per bambini (e anche per gli adulti) è assicurata. Tra 10 giorni, infatti, basta prodotti di importazione. Inizierà la produzione italiana. Ben 51 macchinari sforneranno da metà giugno 4 milioni di mascherine al giorno; da metà luglio 25 milioni, da fine agosto in poi 35 milioni pezzi al giorno. Molte aziende italiane hanno accettato questa sfida per una produzione mirata. La Ima di Alberto Vacchi e Fameccanica del gruppo Angelini, innanzitutto. Affiancati da Luxottica e FCA che ospiteranno i macchinari nei loro stabilimenti.

Dunque, la mascherina, ormai strategica, diventerà la nostra seconda pelle e non garantirà un'abbronzatura omogenea questa estate. Sempre ammesso che si possa andare al mare. Già, perché domani, come dice Arcuri nella sua conferenza stampa settimanale, «inizia il secondo tempo di una partita che non sappiamo quanto durerà e come finirà. Sarà una sfida ancora più difficile e serve un supplemento di responsabilità. Non abbassiamo la guardia. Vi imploro».

E nella Fase 2, le famose mascherine, tanto bistrattate anche dall'Oms nella prima fase dell'emergenza, diventano un bene primario indispensabile per proteggere e proteggersi. Ma servono anche altri strumenti. Come l'indagine epidemiologica. Domani comincerà la chiamata dei 150mila italiani selezionati con criteri fissati da Istat e Inail. Ognuno verrà invitato al prelievo sierologico e a tutti sarà garantito l'anonimato e la tutela della privacy.

Anche l'uso dei tamponi va incrementato. Arcuri ne ha garantito l'arrivo di altri 5 milioni di pezzi e si spera siano essere usati più celermente. Sono ancora troppi i cittadini che non potuto fare un tampone all'inizio della malattia e neppure alla fine. E molti andranno al lavoro con il dubbio di essere ancora infettivi. Diventa così fondamentale il rispetto delle regole per tutelare la collettività da altre impennate del virus. Le aziende fanno la loro parte accollandosi le spese per i dispositivi di sicurezza, che in parte verranno rimborsate dallo Stato. Invitalia ha già pubblicato il bando con le regole per ottenere 500 euro per dipendente e fino a 150 mila euro complessivi.

Le domande vanno inoltrate dall'11 maggio.

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