Diana Alfieri
Quarantott'ore. Ecco il vantaggio dell'assassino. Sarebbero stati uccisi domenica notte, forse lunedì mattina, i coniugi trovati ieri mattina nella loro abitazione a Settimo San Pietro, nella cintura dell'hinterland di Cagliari. Nella loro villetta invia Copernico 13, sangue dappertutto, i segni di una violenta colluttazione, probabilmente il marito ha cercato di proteggere fino all'ultimo la moglie. Un giallo, per ora. Ma la soluzione potrebbe essere tanto vicina quanto l'assassino. La polizia sta cercando di rintracciare un figlio della coppia. Lui, Igor, 28 anni, adottato come suo fratello Alessio, sembra sparito nel nulla. Forse solo un caso, tant'è che la Squadra mobile non tralascia l'ipotesi della rapina finita male.
Le vittime sono Giuseppe Diana, 67 anni, cuoco in pensione e la moglie Luciana Corgiolu di 62, ostetrica.
Secondo medico legale e Scientifica le vittime potrebbero essere state colpiti a bastonate e poi finite con un coltello. Ma la dinamica resta ancora tutta da verificare, sarà l'autopsia a chiarire meglio come siano andate le cose.
A dare l'allarme è stata la sorella di Luciana, che da martedì cercava inutilmente di contattarla. Un silenzio insolito, sempre più preoccupante, fino a che ieri ha deciso di controllare. Nella villetta la polizia ha trovato tutto sottosopra: cassetti aperti, indumenti sparsi per le stanze. Una delle tre auto di famiglia manca all'appello. Si tratta del pick-up del cuoco, proprio il mezzo su cui si sarebbe allontanato Igor alle 7.30 del mattino di lunedì. Questo almeno ha raccontato un vicino, Mauro Manca.
«Vivevano in questa casa da una ventina d'anni - ricostruisce l'uomo interpellato dall'Ansa - persone per bene, buonissime». Tutti in paese descrivono i coniugi Diana come persone perbene e disponibili con tutti. Giuseppe era volontario della Protezione civile con l'associazione Ma.si.se, si occupava di ristorazione e logistica. Dal 2013, anno in cui Igor fu coinvolto in un grave incidente stradale, le cose erano cambiate, riferiscono i conoscenti. Il giovane, padre di una bambina di un anno e mezzo, era nervoso.
«Aveva un carattere difficile - spiega un altro vicino di casa - c'erano spesso liti e discussioni». Le vittime non erano riuscite ad avere figli- ricordano parenti e amici- e tanti anni fa, dopo l'esplosione nella centrale nucleare di Cernobyl, avevano organizzato un gruppo di famiglie che d'estate ospitavano comitive di ragazzi dell'Europa Orientale per periodi di vacanza al mare.
«Ragazzi con problemi di salute, famiglie in difficoltà economiche - ricorda un vicino - Giuseppe e Luciana avevano stabilito contatti con la Bielorussia e infine hanno individuato i due fratelli e li hanno adottati». Igor e Alessio (quest'ultimo, 24 anni, militare a Roma) si erano ambientati perfettamente, hanno studiato, strade diverse ma entrambi con un lavoro. Igor qualcosa dovrà spiegarla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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