Mattarella batte un colpo: «La sovranità è degli italiani»

La replica agli Usa che tifano per il Sì al referendum: «L'interesse è comprensibile, ma decidono gli elettori»

Solo poche parole, «la sovranità è degli elettori», ma bastano a Sergio Mattarella per rintuzzare l'ingerenza degli Usa sul referendum. Niente strappi, per carità, nessuna polemica: le opinioni sono libere, però il grande alleato americano non può permettersi di interferire sui piccoli affari di casa nostra.

Dalla Bulgaria, dov'è impegnato in un vertice, il presidente della Repubblica batte un colpo, come aveva chiesto l'altro giorno Il Giornale dopo l'endorsement dell'ambasciatore John Phillips alle ragioni del sì in nome della stabilità. «Il mondo - spiega il capo dello Stato - è sempre più interconnesso, quindi è normale che ci sia interesse per le nostre vicende politiche ovunque, ma questa considerazione non muta in nulla il fatto che la sovranità sia demandata agli elettori». Dunque Via Veneto può dire ciò che vuole erché «la decisione finale sarà degli italiani». Certo, aggiunge, bisogna abbassare un po' la tensione. «Aspettiamo con serenità tutta la fase che ci porterà al referendum. Dobbiamo viverlo serenamente, come ogni passaggio democratico».

Facile soltanto a dirsi. In «un mondo interconnesso» come dice Mattarella, gli altri ci guardano e commentano. Lo fanno anche i tedeschi: dalla portavoce della Merkel arriva l'ennesimo appoggio esplicito alla riforma costituzionale e alle «diverse attività di politica interna del governo Renzi». Davvero non siamo in grado di cavarcela da soli? Siamo peggio del Cile-Venezuela evocato dal famoso gaffeur seriale Luigi Di Maio?

L'uscita dell'ambasciatore statunitense, non un campione di diplomazia, in Italia ha irritato in particolare l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, ma pure Forza Italia, i grillini e persino Palazzo Chigi. Il sostegno Usa ha parecchio infastidito Renzi: potrebbe infatti trasformarsi in un abbraccio imbarazzante, addirittura controproducente. Un boomerang. Sarà per questo che il vicesegretario del Pd si affretta a sposare la linea Mattarella. «Le sue parole, per l'autorevolezza di chi le ha pronunciate, mi pare che chiudono la questione. Si deve rispetto a tutte le valutazioni anche internazionali, però le decisioni spettano solo ai cittadini italiani con il voto». L'intervento del capo dello Stato è comunque piaciute a tutti, solo Di Maio puntualizza che «per vincere serenamente il referendum bisogna sapere quando si vota». E il leghista Calderoli chiede che Mattarella «si faccia sentire pure sulla data».

Ma a livello internazionale il caso è tutt'altro che chiuso. Phillips aveva ipotizzato conseguenze economiche e un declassamento da parte delle agenzie di rating in caso di vittoria del no: i toni della polemica hanno indotto il Dipartimento di Stato Usa a non schierarsi con il proprio diplomatico e ad astenersi da ogni commento. Così il giorno dopo tocca alla Germania esporsi su questo fronte scivoloso. «Ovviamente non spetta a noi esprimersi su referendum che si tengono in altri Paesi», la premessa di Steffen Seibert, portavoce della cancelliera. Che prosegue cosi: «Abbiamo un forte interesse per un'Italia prospera economicamente, che possa essere una forte parte dell'Europa.

Per questo, come governo federale, sosteniamo le riforme che il presidente del Consiglio ha avviato in questa direzione, ad esempio nel mercato del lavoro. Nell'ultimo incontro con Renzi a Maranello, la cancelliera ha detto che lo appoggia nelle sue diverse attività di politica interna. Di più non vorrei dire». Infatti, ha già detto tutto.

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