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Medici, infermieri, dipendenti statali: obbligo di vaccino. Contrari i grillini

Governo spaccato. Pd e Leu all'attacco, Zampa: "Deve essere precondizione all'assunzione". Ma la 5s Dadone: "No all'imposizione". L'Ordine apre un'inchiesta

Medici, infermieri, dipendenti statali: obbligo di vaccino. Contrari i grillini

E dopo il V-Day, il giorno del vaccino, è iniziato il giorno della protesta, dei disobbedienti, dei No vax, di quelli che sollevano dubbi e perplessità sul vaccino e dicono no. E tra loro anche medici e infermieri e lavoratori nella pubblica amministrazione. E anche se inseriti nelle categorie a rischio, quelle alle quali somministrare prima possibile il vaccino, molti operatori di Rsa, soprattutto al Nord, non hanno aderito alla campagna anti Covid. Reazioni che spaventano perché è forte il rischio di emulazione e riparte così il dibattito sull'obbligo anche all'interno del governo. «Io credo che l'obbligatorietà del vaccino debba essere una pre-condizione per chi lavora nel pubblico. Non mi riferisco solo al personale sanitario - dice Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute - parlo anche degli insegnanti: è una questione di buon senso. Se, ci dovessimo rendere conto che evidentemente c'è un rifiuto che non si riesce a superare, io penso che nel pubblico non si possa lavorare». «No all'obbligo per i dipendenti pubblici», le risponde Fabiana Dadone, ministro della Pubblica amministrazione, che replica a Zampa affermando di non essere «una grande appassionata dell'obbligo, soprattutto in campo vaccinale. Credo sia più giusta una forte raccomandazione. In questo momento il governo si è impegnato sul fronte della raccomandazione a un piano vaccinale. Non siamo davanti a dei numeri che ci fanno pensare di dover imporre un obbligo per la vaccinazione».

«Penso - prosegue il ministro - che nel momento in cui una persona si sente sicura della campagna vaccinale che porta avanti lo Stato, la raccomandazione sia il modo migliore per riuscire a raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Aprire ora una discussione sul fatto se porre l'obbligo o no in materia contrattuale come conditio sine qua non per l'assunzione mi sembra di andare un po' oltre la situazione attuale. Il piano c'è, entro metà 2021 contiamo di riuscire a vaccinare metà della popolazione, è un fatto anche di fiducia reciproca verso lo Stato».

Intanto l'Ordine dei medici di Roma ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di 13 camici bianchi No vax o negazionisti. Tra loro c'è chi sostiene che il Covid non esista, chi che sia come un'influenza e che i vaccini in generale non servano a niente. Per una decina dei professionisti nel mirino il procedimento si è già concluso, mentre per altri tre è ancora in corso. «I medici restii al vaccino hanno sbagliato lavoro», dice il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. «Rimango perplesso quando sento di colleghi medici o infermieri restii a farsi il vaccino». Intanto l'Ordine dei medici di Roma e provincia ha aperto un'inchiesta nei confronti di tre suoi iscritti perché hanno espresso pubblicamente contrarietà al vaccino anti Covid. E per questo sono stati segnalati da altri camici bianchi o da cittadini. «La vaccinazione non serve. È inutile e pericolosa»: questo è quello che nell'arco degli ultimi due mesi hanno scritto sui loro profili social oppure che hanno dichiarato in interviste televisive, quando non in eventi pubblici organizzati nelle piazze italiane.

Uno dei dottori sotto indagine è Mariano Amici, medico di medicina generale di Ardea. È lui che aveva proposto ricorso al Tar del Lazio contro l'ordinanza regionale firmata dal governatore Zingaretti il 17 aprile, che imponeva l'obbligatorietà della vaccinazione antinfluenzale per gli over 65, gli operatori sanitari tutti e le categorie a rischio.

Ed è sempre lui che aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma perché indagasse sull'efficacia dei tamponi rinofaringei, a detta di Mariani «inaffidabili e con un indice di fallibilità molto alto, con picchi dell'85% di fasi positivi».

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