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"FdI fuori dall'arco costituzionale". L'accusa choc del vicesegretario Pd

Scontro al vetriolo tra Pd e Fratelli d'Italia dopo i fatti di Roma. Per la Meloni, Giuseppe Provenzano vorrebbe sciogliere Fdi. Chiesto intervento di Draghi

"FdI fuori dall'arco costituzionale". L'accusa choc del vicesegretario Pd

Ci risiamo con lo scontro che ha per tema l'arco costituzionale - un argomento da prima Repubblica - e quelle che da sinistra ritengono continuità tra ideologie del passato e destra italiana. Il vicesegretario del Partito Democratico Giuseppe Provenzano ha attaccato a testa bassa Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni per posizioni che sarebbero "ambigue", mentre Fdi ha risposto a tono e a stretto giro, etichettando le parole dell'esponente della formazione politica guidata da Enrico Letta come "degne di un regime comunista". La stessa Meloni è intervenuta.

Sullo sfondo di questa storia ci sono le polemiche che hanno caratterizzato questa fase elettorale, con la storia di Fidanza ma pure con le violenze che hanno avuto luogo a Roma due giorni fa. Le stesse violenze che vengono in qualche modo utilizzate dalla sinistra in funzione anti-Meloni, in maniera strumentale. E il vicesegretario del partito che ha sede al Nazareno se n'è uscito così via Twitter: "Ieri Meloni aveva un'occasione: tagliare i ponti con il mondo vicino al neofascismo, anche in FdI. Ma non l'ha fatto. Il luogo scelto (il palco neofranchista di Vox) e le parole usate sulla matrice perpetuano l'ambiguità che la pone fuori dall'arco democratico e repubblicano". A riportarlo è stata pure la Lapresse.

Giorgia Meloni, rispetto alla piazza della capitale che è poi sfociata, almeno in parte, nell'assalto alla Cgil, ha dichiarato di non conoscere la "matrice". Poi si è recata in Spagna, dove ha tenuto un intervento di caratura internazionale durante una manifestazione organizzata da Santiago Abascal. E Provenzano sembra caldeggiare, in funzione di queste due scelte, lo scioglimento o quasi del partito nato anni fa da una scissione dal Pdl.

Ma il leader di Fratelli d'Italia non ci sta a questo gioco: "Il vicesegretario del partito "democratico" vorrebbe sciogliere il primo partito italiano (oltre che l’unica opposizione al governo) - ha fatto presente l'ex ministro della Gioventù che ha poi continuato - . Un partito a cui fanno riferimento milioni di cittadini italiani che confidano e credono nelle nostre idee e proposte". E ancora, ha aggiunto la Meloni: "Spero che Letta prenda subito le distanze da queste gravissime affermazioni che rivelano la vera intenzione della sinistra: fare fuori Fratelli d’Italia .O forse i toni da regime totalitario usati dal suo vice rappresentano la linea del Pd? Aspettiamo risposte". Per ora, Enrico Letta, che è stato appena eletto alla Camera, vincendo le elezioni suppletive nel collegio senese, non ha commentato le dichiarazioni del suo vice. Ma i toni dello scontro si stanno alzando.

Nel corso di questi giorni, la Meloni è stata del tutto chiara su nostalgismi, nostalgici e rimasugli vari, ma questo al Pd ed al centrosinsitra non basta, così come spiegato da Paolo Bracalini su IlGiornale. Anche Fdi ha preso posizione sulle dichiarazioni di Provenzano - così come riportato dall'Agi - attraverso le parole del capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida: "Su quali basi e a che titolo Giuseppe Provenzano afferma che Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia sono fuori dall’arco democratico? - si chiede l'esponente originario di Subiaco - . Non è certo il vice segretario del Pd che può concedere patenti di ingresso nel perimetro repubblicano, soprattutto nei confronti di un partito, come FDI, che della legalità fa uno dei suoi pilastri fondativi".

Poi la riflessione di uno dei vertici nazionali di Fdi verte sull'atteggiamento politico dell'ex ministro per il Sud: "I toni dell’esponente di una forza politica che si definisce democratica - ha continuato il capogruppo - , evidentemente solo nel nome, somigliano più a quelli dei regimi comunisti, in cui affonda le sue radici il PD, che non a quelli del civile e rispettoso confronto parlamentare. È inaccettabile e gravissimo ascoltare membri della maggioranza tentare di cancellare, in questo modo, l’unica opposizione in Aula". Infine, una richiesta indirizzata al premier del governo di unità nazionale, ma pure al resto dello scacchiere partitico: "Il presidente del Consiglio Draghi e tutti partiti che appoggiano il suo governo condannino immediatamente le parole di chi sembra essere più vicino alle censure imposte dalle dittature di sinistra che non alle posizioni di libertà cui si ispira Fratelli d’Italia", ha chiosato Francesco Lollobridiga.

Intanto Provenzano cerca di ridimensionare il tutto: "Una batteria di attacchi nei miei confronti da Fdi. Chiariamo - ha di nuovo scritto su Twitter - . Nessuno si sogna di dire che Fdi è fuori dall'arco parlamentare o che vada sciolta. Ma con l'ambiguità nel condannare matrice fascista si sottrae all'unità necessaria forze dem. Sostengano di sciogliere Forza Nuova". Un chiarimento, quindi, ma anche un rilancio delle accuse da parte dell'ex capo di Dicastero.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha sin da subito preso posizione sulla querelle: "Il vice-segretario del PD taccia ed eviti di dire idiozie, non è certo lui che può dare patenti di "democrazia" a nessuno. Fascismo e comunismo per fortuna sono stati sconfitti dalla Storia, e non ritorneranno. Chieda piuttosto al suo ministro, l’inadeguata Lamorgese, come è stato possibile che poche decine di violenti, che non potevano nemmeno essere in piazza, abbiano aggredito e assaltato impunemente". La Lamorgese, insomma, dovrebbe fornire spiegazioni, e non la Meloni.

Nel frattempo, è intervenuto il leader d'Italia Viva Matteo Renzi che, al netto della polemica Meloni-Provenzano, ha tirato una bordata all'esponente del Pd: "Aver mandato a casa Conte ha prodotto un enorme cambiamento, abbiamo un premier stimato e conosciuto in tutto il mondo la cui reputazione aiuta non Italia Viva ma le aziende a rimanere vive. Anche aver sostituito il ministro per il sud Provenzano con Mara Carfagna penso sia stato un grande passo in avanti, è una donna molto preparata", ha dichiarato l'ex premier, come rimarcato dall'Adnkronos. Poi la precisazione: "I soldi del recovery vanno spesi per progetti seri.

È inutile fare decreti contro le delocalizzazioni se non si fanno le infrastrutture necessarie allo sviluppo economico", ha concluso Renzi durante un'iniziativa a Matera.

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