Roma «Scenderemo in piazza per dire non in mio nome. Questo governo non è un golpe, ma una vergogna sì». Giorgia Meloni, accompagnata da Luca Ciriani e Tommaso Foti, lancia il suo appello alla piazza dalla Loggia alla Vetrata del Quirinale, appena uscita dal colloquio con Sergio Mattarella. Lo fa mettendo nel mirino «il patto della poltrona» e confermando la sua scelta di opposizione frontale al possibile nuovo governo M5s-Pd.
«Un governo fatto di forze politiche che si sono candidate dicendo agli italiani che avrebbero ciascuno combattuto l'una contro l'altra è un inganno verso gli elettori, la cosa più distante dall'idea di democrazia. Per noi l'unico sbocco possibile è lo scioglimento immediato delle Camere e il ritorno alle urne. Abbiamo chiesto a Mattarella di valutarlo anche nel caso in cui M5s e Pd confermassero la loro volontà di procedere verso il patto della poltrona. Mattarella sa bene di non aver alcun obbligo costituzionale a dare il via libera a qualunque maggioranza - prosegue la Meloni - l'articolo 1 della Costituzione, secondo il quale la sovranità appartiene al popolo, non sarebbe oggettivamente rispettato».
Esaurite le valutazioni sul ribaltone che si sta consumando in Parlamento e sul nuovo governo giallorosso, Giorgia Meloni annuncia l'intenzione di portare la protesta nelle piazze. «Non è stato oggetto del nostro colloquio con il presidente Mattarella ma approfitto della vostra pazienza per annunciare che scenderemo in piazza. Se questo governo dovesse nascere invitiamo già da ora gli italiani in piazza Montecitorio, il giorno della fiducia. Vogliamo dare voce agli italiani che capiscono l'inganno che si sta consumando». Un appello non limitato ai militanti del suo partito ma «a tutti i militanti delusi dei partiti che stanno facendo l'esatto contrario di quello che avevano dichiarato».
C'è spazio anche per un botta e risposta con la giornalista Claudia Fusani che chiede alla leader del partito erede della destra se non sia irrituale «chiamare» la piazza dall'interno delle mura del Quirinale.
«Se io pensassi che si sta facendo una cosa costituzionalmente illegittima - replica Meloni - chiamerei il colpo di Stato, che è un'altra cosa. Dico che si sta facendo una cosa politicamente inopportuna e vergognosa in termini di rispetto dei cittadini. E la Costituzione prevede che si possa anche scendere in piazza per dire non in mio nome».
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