Meloni contro Conte: "L'Italia sconfitta in Europa"

Dopo l'ottimismo di Conte sui Recovery Fund, la Meloni interviene mettendone in luce l'inconsistenza: "L'Italia ne esce sconfitta, pagheremo il fatto di avere un governo che non è stato capace di portare a casa il risultato"

Meloni contro Conte: "L'Italia sconfitta in Europa"

Giorgia Meloni non ha dubbi. Non usa mezze misure per commentare i risultati portati a casa dal governo gialloverde in Europa. L'appuntamento cruciale, quello con il Consiglio europeo, è stato una debacle. "L'Italia ne esce sconfitta", dice la leader di Fratelli d'Italia, ospite della trasmissione "Dritto e Rovescio" in onda su Rete4. Le sue parole cozzano con quelle del premier Giuseppe Conte, che ha raccontato le novità con toni trionfalistici.

Si chiama Recovery Fund lo "strumento innovativo" immaginato dall'Europa per curare l'emergenza sociale, economica e sanitaria scatenata dal coronavirus. L'annuncio è arrivato attorno alle 20, in una delle ormai consuete dirette Facebook del capo dell'esecutivo: "Tutti e 27 i Paesi hanno accettato, abbiamo accettato di introdurre, per reagire a questa crisi sanitaria, a questa emergenza sanitaria, economica e sociale, uno strumento innovativo, il Recovery Fund. Sarebbe un fondo per la ripresa con titoli comuni europei che andrà a finanziare tutti i Paesi più colpiti, tra cui l'Italia, ma non solo l'Italia". Davvero ancora poco si sa di questo strumento. La diretta del premier è abbastanza frettolosa, neppure il tempo di familiarizzare con l'ennesimo anglicismo che è già finita. Dice che servirà a rendere la risposta europea "più solida, molto più coordinata e molto più efficace".

Cosa è successo in concreto al vertice dei capi di governo della Ue? Si sono messi d'accordo sulla cassa integrazione europea (Fondo Sure) e sui 200 miliardi totali messi sul tavolo dalla Banca europea di investimento (Bei). Era scontato. L'Italia e la Spagna hanno alla fine accettato il Mes (l’ex Fondo salva-Stati). Un Mes minore, da utilizzare solo per le spese per la sanità e legate all'emergenza virus. Un Mes con la promessa che non ci saranno condizioni. Niente commissari sui conti italiani, insomma. È un compromesso, a cui l'Italia ha detto sì. Ma in cambio di cosa? Di un'altra promessa. La promessa è di attivare il Recovery Fund per 1500 miliardi di euro. Si tratta di finanziamenti per le imprese strategiche. Il nodo da sciogliere era che tipo di finanziamento. Per la Germania e l'Olanda si tratta di soldi in prestito, da ridare a lunga scadenza, ma comunque da restituire. Italia e Spagna chiedevano invece un finanziamento a fondo perduto. Il dilemma è stato sciolto? No, se ne parlerà tra un paio di mesi e comunque prima di un anno non se ne farà nulla. Chi li garantisce questi finanziamenti? Direttamente l'Unione europea? Non si capisce. Morale della giornata: l'Italia ha accettato ciò che non voleva in cambio di vaghe promesse. L'Europa davanti all'emergenza ha risposto con una scrollata di spalle: chi vivrà, vedrà.

Uno scenario che spaventa Giorgia Meloni: "Non voglio che porti e infrastrutture, aziende, gioielli finiscono in mano tedesca. Sono una patriota, mi sto battendo perchè non accetto che il coronavirus venga usato come strumento per gettare in ginocchio l'Italia e comprarla a prezzi stracciati". La leader di Fratelli d’Italia non si fida delle promesse sul Mes. Lo ha dichiarato più volte. Quel "senza condizioni" vale forse oggi, ma non è detto che resista in futuro. Il timore è di affidare il destino dell’Italia al buon cuore della Germania. "Alla fine - sostiene - tutto il Paese pagherà il fatto di avere un governo che non è stato capace di portare a casa il risultato", attacca.

E ne approfitta per levarsi i sassolini dalle scarpe: "Conte in una conferenza stampa aveva detto che doveva fare nomi e cognomi. Oggi i nomi e i cognomi li devo fare io: Giuseppe Conte, Nicola Zingaretti, Matteo Renzi e Luigi Di Maio. Non sono persone con cui si può sperare di difendere l'interesse nazionale italiano".

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