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La "prima" di Meloni e l'appello all'unità. "I problemi si risolvono solo tutti insieme"

"Il pizzo di Stato? Ho solo detto che è sbagliata la caccia al gettito a tutti i costi"

La "prima" di Meloni e l'appello all'unità. "I problemi si risolvono solo tutti insieme"

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La "prima" di Meloni e l'appello all'unità. "I problemi si risolvono solo tutti insieme"

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«Chi l'avrebbe mai detto...». In doppio petto nero con coccarda tricolore, sotto il sole di Roma Giorgia Meloni è raggiante. Dopo il suo primo ricevimento al Quirinale per la Festa della Repubblica, ieri è stata la prima da presidente del Consiglio alla parata del 2 giugno. E se nei giardini del Colle si era formata la fila dei tanti invitati presenti che le hanno voluto stringere la mano, davanti all'Altare della Patria la scena si ripete con un piccolo bagno di folla su via dei Fori Imperiali, tra battimani e selfie. La premier si concede e gradisce, perché il termometro della folla che assiepa il cuore della capitale il giorno della Festa della Repubblica vale più di mille sondaggi. In cuor suo, lo confiderà in privato più tardi, è il segno che «stiamo facendo bene il nostro lavoro».

Meloni osserva solenne i militari che sfilano, ma nel prima e nel dopo lo stile è come sempre informale. Esattamente come accaduto dodici ore prima durante il ricevimento al Quirinale, quando non aveva lesinato battute e sorrisi a tutti. La Festa della Repubblica, dice quando incrocia i giornalisti, «non è una semplice celebrazione museale» ma «la dimensione del fatto» che dalle difficoltà «ne usciamo solo insieme» e «se ciascuno fa la sua parte». Insomma, «non c'è nessuno che da solo può risolvere i problemi». Il suo è in tutto e per tutto una sorta di appello all'unità, perché «siamo tutti legati» ed «è questo l'elemento culturale che serve per capire che dobbiamo tutti remare nella stessa direzione».

La premier, poi, non nasconde la sua «forte emozione» per le celebrazioni del 77° Anniversario della nascita della nostra Repubblica, l'occasione - dice - per «onorare con orgoglio la nostra storia e i valori fondanti della Costituzione italiana». C'è spazio per parlare anche del conflitto tra Ucraina e Russa, tema che è stato al centro del summit che si è tenuto in Moldavia giovedì scorso. Peraltro, proprio in occasione del 2 giugno, Volodymyr Zelensky ieri si è congratulato con Meloni «e il popolo italiano», ribadendo il suo apprezzamento per «la solidarietà e il pieno supporto dell'Italia nella difesa della sovranità e dell'indipendenza dell'Ucraina». «Niente che si chiami pace - spiega la premier, ribadendo un concetto su cui ha più volte insistito - può essere scambiata per invasione. Non si può non considerare che c'è un Paese aggredito e uno che ha aggredito e non si può non partire da questo presupposto». Infine una battuta sulle polemiche seguite al comizio di Catania della scorsa settimana, in cui Meloni parlò di tasse e «pizzo di Stato». «Ho solo detto - spiega la presidente del Consiglio - che quando lo Stato fa caccia al gettito invece di imposizione fiscale fa una cosa bizzarra». Secondo la premier, quando «si quota all'inizio dell'anno quanto si prevede di fare con la lotta all'evasione fiscale» per poi «fare quegli importi a tutti i costi» (altrimenti «non si coprono i provvedimenti») si fa qualcosa che «non è giusto».

La parata è agli sgoccioli. C'è giusto il tempo per un caffé in compagnia del presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Poi via, ancora accerchiata da simpatizzanti, verso la macchina.

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