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Meloni e la squadra. Governo politico con soli tre tecnici. Il fedele Crosetto numero due a Chigi

Un esecutivo politico con due tre figure tecniche. Forza Italia fissa i paletti per la nascita dell'esecutivo Meloni

Meloni e la squadra. Governo politico con soli tre tecnici. Il fedele Crosetto numero due a Chigi

Un esecutivo politico con due tre figure tecniche. Forza Italia fissa i paletti per la nascita dell'esecutivo Meloni. Dopo il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, ci pensa il coordinatore nazionale Antonio Tajani a delimitare il recinto del governo: «Noi siamo per un governo politico, poi se c'è qualche personaggio, donna o uomo, che nella sua vita ha raccolto un'esperienza tale da essere al governo senza stare in Parlamento, questo ovviamente può accadere, ma devono essere dei casi, non la regola». L'ex presidente del Parlamento europeo mette agli atti un'altra condizione: «Pari dignità per Forza Italia, che significa avere un peso specifico analogo a quello della Lega, visto che abbiamo avuto gli stessi voti». Da Fratelli d'Italia nessuna risposta.

Da oggi Meloni ripartirà con il giro di incontri e colloqui per chiudere l'incastro sulla squadra di ministri prima del 13 ottobre quando le Camere si riuniranno per eleggere i presidenti. Dal fronte Lega, alle prese con la fronda del nord, filtra che «Matteo Salvini è impegnato affinché la Lega dia all'Italia la squadra di governo migliore possibile: domani è in agenda un altro Consiglio Federale per condividere e poi scegliere i nomi più adatti. C'è grande ottimismo: la Lega non vede l'ora che questo governo cominci a lavorare».

La giornata di ieri fa registrare due novità nelle trattative: Guido Crosetto sarebbe destinato al ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Mentre Giovanbattista Fazzolari, fedelissimo di Meloni, dovrebbe assumere la guida del ministero per l'Attuazione del programma. Nella pattuglia meloniana sarebbero in pole tre donne: Daniela Santanchè per il ministero del Mare, Wanda Ferro per la guida del dicastero del Mezzogiorno, per la stessa poltrona sono in corsa anche Nello Musumeci ed Edmondo Cirielli, ed Eugenia Roccella per il ministero della Famiglia. Raffaele Fitto dovrebbe andare agli Affari europei mentre per la Farnesina la partita è ancora aperta. Il Partito Popolare europeo insiste con Antonio Tajani. Meloni vorrebbe Elisabetta Belloni, spostando il coordinatore di Fi all'Interno o alla Difesa. Nell'incastro dovrebbe entrare Adolfo Urso che attende la scelta di Tajani per capire se accomodarsi al Viminale o alla Difesa. Gli altri tre nomi in quota Forza Italia sono Licia Ronzulli, Annamaria Bernini e Alessandro Cattaneo. Ronzulli si gioca con Fabio Rampelli la guida del ministero dei Beni Culturali mentre Bernini potrebbe essere dirottata ai Rapporti con il Parlamento, lasciando Cattaneo alle Infrastrutture. Per i Rapporti con il Parlamento c'è anche l'opzione Gianfranco Rotondi. La Lega vuole 4 poltrone: Salvini al Viminale, Gian Marco Centinaio all'Agricoltura, Erika Stefani alla Disabilità e Giulia Buongiorno alla Pubblica amministrazione. Il ministero della Giustizia potrebbe andare ai centristi con Maurizio Lupi che in alternativa chiedono il Lavoro. Il ministero dello Sviluppo economico potrebbe restare al Carroccio se Salvini molla il Viminale. In caso contrario va a Fratelli d'Italia con Ignazio La Russa. Per la guida di via XX settembre in pole ci sarebbe un tecnico ma non Fabio Panetta, almeno per ora. Si fa sempre il nome di Domenico Siniscalco, piazzando Maurizio Leo di Fdi sulla poltrona di viceministro.

La partita sui ministri va chiusa con la scelta dei presidenti di Camera e Senato.

Tramontata l'ipotesi di affidare una Camera all'opposizione lo schema è Roberto Calderoli (Lega) a Palazzo Madama e un azzurro a Montecitorio.

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