Con Forza Italia che si chiama fuori, Lega e Movimento 5 Stelle hanno una maggioranza solida alla Camera, ma contano insieme solo 6 senatori in più a Palazzo Madama. L'ago della bilancia, quindi, rischia di essere anche Fratelli d'Italia che con i suoi 18 senatori potrà fare la differenza.
"Ci chiedono se sosterremo o no il governo 5 Stelle-Lega", dice quindi su Facebook Giorgia Meloni, che preferisce mettere subito le carte allo scoperto: "Voglio rispondere a questa domanda pubblicamente e non con trattative sotterranee che non ci sono mai appartenute. In primo luogo la nostra scelta non può prescindere da chi sarà il presidente del Consiglio, perché è evidente che chi guida il governo ne caratterizza l'azione", spiega.
Ma la leader di Fdi ha un'altra condizione da porre a Lega e M5S. Anzi sei, tre "no" e tre "sì": "No alla patrimoniale e a qualsiasi introduzione di nuove tasse; No allo ius soli; No alla possibilità dell'adozione per coppie dello stesso sesso.
Sì alla Flat Tax immediata al 15%; Sì al blocco dell'immigrazione, all'aumento del 15% delle risorse per il comparto difesa e sicurezza, all'incremento dei militari nei luoghi a rischio; Sì a destinare il 50% di investimenti in nuove infrastrutture al Mezzogiorno", dice la Meloni, "A monte, resta per noi imprescindibile che il governo introduca immediatamente il premio di maggioranza nell'attuale legge elettorale così da permettere senza alibi, in caso di fallimento dell'esecutivo, l'immediato ritorno al voto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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