Politica

Meloni non arretra: "Miopia dagli alleati". Ma Fi e Lega provano a ricucire sulla Rai

Oggi il voto in Vigilanza sulla presidenza Soldi. Si studia una compensazione

Meloni non arretra: "Miopia dagli alleati". Ma Fi e Lega provano a ricucire sulla Rai

Compensazione è la parola del giorno. La sbandierano tutti: a iniziare dal partito della Meloni. E la Commissione bicamerale di vigilanza Rai potrebbe essere il primo banco di prova per vedere se questa «compensazione» riesce a soddisfare chi, nel centrodestra, si considera vittima di un'ingiustificabile violazione degli accordi. I presidenti dei gruppi parlamentari hanno lavorato fino a tarda sera per dare ai rispettivi membri della Commissione indicazioni precise sulla votazione del presidente della Rai. La presidente Marinella Soldi, già scelta da Palazzo Chigi, e già votata dal ristretto consesso dei nuovi membri del Consiglio di amministrazione dovrebbe ricevere oggi la ratifica proprio in Vigilanza. Ostentano sicurezza i «draghiani». Nessuno, dicono, oserebbe fare lo sgarbo di non ratificare la nomina della Soldi. Questo comporterebbe rischi troppo grossi sulla tenuta dell'esecutivo.

Resta il fatto che ancora ieri sera i giochi sembravano tutt'altro che chiusi. E già si discuteva anche di altre caselle da riempire per compensare la mancata nomina di Giampaolo Rossi (Fdi) nel cda. E nel piatto delle nomine e delle caselle da riempire c'è anche chi avanza l'ipotesi di un cambio al vertice della stessa Commissione di vigilanza, oggi presieduta dall'azzurro Alberto Barachini. In questo caso la «compensazione» sarebbe un presidente di minoranza per tutelare la pluralità dell'informazione (e si avanza anche il nome del deputato Federico Mollicone, Fdi come presidente). La Lega spinge intanto per garantire alla Soldi i voti necessari (ne servono almeno 27 su 40) ma i malumori tra grillini, forzisti e parlamentari della Meloni è palpabile. Tanto che c'è chi vaticina addirittura una mossa a sorpresa con l'uscita di scena della Soldi: l'elezione di Simona Agnes (in quota Forza Italia) alla presidenza.

Compensazioni a parte, il day after delle dichiarazioni di Giorgia Meloni («da rivedere le candidature e le regole della coalizione») scopre Lega e Forza Italia impegnati a ricucire i rapporti con l'alleato, mentre anche la questione Calabria, con la messa in discussione della candidatura unica per il centrodestra nel nome di Roberto Occhiuto (Fi), sembra rientrare nel registro dell'ordinario gioco delle parti. «Sono solo schermaglie elettorali», dice il governatore reggente della Calabria Nino Spirlì, ieri a Milano per presentare l'iniziativa Calabria straordinaria per il rafforzamento dell'appeal turistico, che si dice ottimista sui rapporti con gli alleati Fdi in Calabria. Una riflessione, però, all'interno di Forza Italia è necessaria secondo Gabriella Giammanco, vicepresidente del gruppo azzurro a Palazzo Madama. L'uscita di Lucio Malan dal partito dà amarezza. Ed è solo l'ultima di una preoccupante serie di defezioni che preoccupano e disorientano Fi. Da qui l'invito della Giammanco ad aprire subito una riflessione politica interna, per capire perché tante «fuoriuscite». «Credo che sarebbe costruttivo, anziché puntare il dito contro chi se ne è andato - dice la Giammanco - capirne le motivazioni e cercare di risolvere ciò che non va nel partito».

Anche in Fratelli d'Italia si chiede un confronto ma non all'interno del partito quanto con gli alleati. Ed è proprio la leader del partito a chiamare in causa i vertici del centrodestra. Copasir e Rai sono per la Meloni, se non trabocchetti, sicuramente il «frutto di miopia». «Ci sono milioni di italiani che vogliono il centrodestra al governo insieme - dice -, che lo vogliono legato e forte. Vedo invece partiti alleati che plaudono al Pd perché attacca un nostro esponente... Confido che si possa lavorare per risolvere.

Noi i patti li abbiamo sempre rispettati».

Commenti