Meloni: "Non fatevi fregare. Serve un sì per la giustizia"

Il comizio del centrodestra a Padova lancia Stefani. Tajani stronca Landini, Salvini fiero della sicurezza

Meloni: "Non fatevi fregare. Serve un sì per la giustizia"
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nostro inviato a Padova

"Non fatevi fregare, se credete che la giustizia non funzioni votate Sì. Il governo arriverà comunque a fine legislatura, sarà un altro record alla faccia di chi diceva che non saremmo durati e che avremmo isolato l'Italia". Quando finisce di parlare Giorgia Meloni, dal palco di uno stracolmo Gran Teatro Geox di Padova parte Man in the mirror di Michael Jackson.

C'è un Paese che si specchia nel "modello Veneto", dalla sanità alle imprese, che il centrodestra rivendica nella manifestazione unitaria a sostegno del candidato Alberto Stefani, dato strafavorito sullo sfidante Giovanni Manildo, rappresentante di una sinistra "avida ed egoista" che per la Meloni è "autoreferenziale e chiusa nei salotti, da dove volta le spalle a chi lavora come dice Romano Prodi, che in materia ha una cattedra universitaria".

Il governatore uscente Luca Zaia, reduce dalla pre-intesa sull'Autonomia firmata col ministro Roberto Calderoli su Protezione civile, professioni, previdenza, finanza pubblica alla Sanità) non rivendica i 15 anni di successo ma va dritto al punto: "Sono fiero di aver ridato dignità al mio popolo". E la platea si infiamma. Ma bisogna andare a votare Stefani per "stravincere" anche contro il nemico astensionismo, perché si sa che i veneti non si fanno abbindolare da un'opposizione ormai estremista "che preferisce sperare nelle rivolte sociali, tifare tempesta finanziaria e governare sulle macerie anziché stare all'opposizione in un Paese che cresce", come sottolinea la premier. A ringraziare la sanità veneta è anche il leader di Forza Italia Antonio Tajani ("È merito vostro se mia figlia è guarita da una malattiva grave"), se qui "servono 30 giorni per una visita neurologica e in Campania un anno" non è colpa del governo, sottolinea la Meloni.

Le polemiche sui presunti boatos che tengono banco a Roma non arrivano nel Veneto operoso, la Meloni ricorda che la riforma del premierato nasce per evitare "giochi di Palazzo alle spalle degli elettori", è sulle riforme e sui meriti che il leader Fdi costruisce quasi un'ora di intervento. Come la riforma della giustizia, merito del veneto Carlo Nordio "dopo decenni di fallimento", una misura che modernizzerà il Paese e renderà più giusto il processo "rafforzando la terzietà del giudice, liberandolo dal peso delle correnti", rilanciando il merito rispetto "all'appartenenza politica che ha premiato anche chi ha sbagliato a condannare innocenti come Enzo Tortora". Ai signori del No che continuano a strattonare da morti Giovani Falcone e Paolo Borsellino la Meloni fa un appello: "Non toccate questi due eroi, non strumentalizzateli ma inginocchiatevi davanti a loro".

È l'economia la spina dorsale dell'azione del centrodestra che da 30 anni non è "un'alleanza di comodo, tenuta insieme da una colla scadente, ma una comunità politica di idee e di valori", "in testa ai sondaggi dopo 3 anni di governo", a cui "l'Europa deve guardare come dice il Financial Times", che ha importato 80 miliardi di investimenti stranieri, con lo spread sotto controllo, un'occupazione mai così alta da tre anni, soprattutto quella femminile con il dato più alto di sempre ("la parità non è dire assessora ma impedire a una donna di scegliere fra la famiglia e un lavoro") e "un milione di posti fissi in più senza Reddito di cittadinanza" anche grazie a risorse investite su natalità, imprese e famiglie, con incassi fiscali record che "crescono senza vessare gli onesti in difficoltà" ma puntando "sulla concorrenza sleale delle aziende apri e chiudi che la sinistra non vedeva", perché "non è lo Stato a creare lavoro o ricchezza", sono "le imprese forti".

A chi oggi all'opposizione "prendeva i soldi dai lavoratori e li dava alle banche, anche con misure come il Superbonus" il centrodestra ha risposto chiedendo agli istituti di credito un contributo destinato a "tagliare le tasse anche a 800mila veneti", con "la prima casa sacra e fuori dall'Isee" mentre qualcuno insiste con "ricette tardocomuniste come la patrimoniale". Ci sono più soldi in busta paga per i medici eroi del Covid e gli insegnanti, con la Cgil di "Landini quinta colonna dell'opposizione" (sibila Tajani) che non firma e sciopera solo nel weekend, "altrimenti la rivoluzione non può funzionare", ironizza il premier.

Poco lontano il cattolico Alberto Stefani sorride per l'endorsemente e cita Carlo Acutis ("non siate fotocopie, uscite dai social"), anche per Maurizio Lupi di Noi Moderati e Antonio De Poli (Udc) è lui la persona giusta da cui ripartire, "noi i giovani li mandiamo a governare mentre la sinistra li scatena nelle piazze", ricorda il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che loda Zaia, fiero delle misure sulla sicurezza che in Veneto hanno consentito di "sgombrare case occupate e arrestare trafficanti di droga" nigeriani, mentre la lotta all'immigrazione - ricorda il premier - segna "-60% di sbarchi e +50% di rimpatri".

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