Meloni premier, ok di Salvini. Fdi vuol rinegoziare il Pnrr

Il leader della Lega: "Se Fdi prende un voto in più...". Pronto il programma per le Politiche in 15 punti

Meloni premier, ok di Salvini. Fdi vuol rinegoziare il Pnrr

«Se Fdi prende più voti il premier sono io». Giorgia Meloni, spinta dai sondaggi, lunedì aveva messo le cose in chiaro. E ieri ha incassato il via libera degli alleati. «Nessuna preclusione», assicura il coordinatore azzurro Antonio Tajani. E anche Salvini, per la prima volta dopo aver rimandato la questione dei nomi al governo al «dopo 25 settembre», alza il pollice all'ipotesi fatta dalla leader di Fdi. «Questa spiega a margine della visita al centro antiviolenza dell'ospedale Niguarda di Milano è la democrazia: se prende un voto in più Giorgia Meloni, il premier lo fa Giorgia Meloni». Aggiungendo, però, che «se prende un voto in più Matteo Salvini, lo fa Matteo Salvini». Insomma, le regole della coalizione sono le stesse, come è giusto che sia, per tutti. E la presidente di Fdi, che i sondaggi indicano come primo partito, davanti al Pd, col centrodestra in largo vantaggio sul centrosinistra, ne approfitta per ringraziare Marcello Pera, postando su Twitter una frase dell'ex presidente del Senato che la definisce «leader nazionale credibile». Mentre il toto-premier nella coalizione è affidato al responso delle urne e dunque rimandato a settembre, a dar conto dei lavori in corso nel centrodestra è ancora Salvini, spiegando che liste e candidature sono praticamente «definite», mancando solo «i nomi che arriveranno a cavallo di agosto», e che pure il programma elettorale dell'alleanza «è sostanzialmente chiuso» ed è «ottimo». «Prevede tutto, anche l'autonomia», spiega il leader della Lega, «uno dei primi impegni per portare merito, efficienza e premio a chi governa bene». E secondo il numero uno del Carroccio anche liste e candidature da Nord a Sud sono praticamente «definite: mancano i nomi che arriveranno a cavallo di agosto». Insomma, chiosa ancora Salvini, «mentre di là non ho ancora capito i simboli, le alleanze e chi sta con chi, nel centrodestra la situazione è tranquilla». La bozza di programma conta 15 punti, che vanno dalla collocazione atlantista dell'Italia all'ambiente, dalla riforma della giustizia (separazione delle carriere e riforma del Csm tra i temi toccati) all'elezione diretta del Presidente della Repubblica, dal fisco equo alla scuola, dal Made in Italy al welfare, dalla sicurezza all'autosufficienza energetica. Quanto alle tasse, ieri i governatori leghisti Fedriga, Fontana, Fugatti, Solinas, Tesei e Zaia hanno caldeggiato un'estensione della flat tax mettendo il vero a una patrimoniale che «aumenterebbe la pressione fiscale». Un punto accolto dalla bozza del programma, che prevede una riduzione della pressione fiscale, estensione della flat tax alle partite iva fino a 100mila euro di fatturato, pace fiscale che per Salvini è una priorità, dimostrata dalle «centinaia di segnalazioni di cittadini disperati per l'arrivo di milioni di cartelle Equitalia», e un netto «no a patrimoniali dichiarate o mascherate», oltre al taglio del cuneo fiscale in favore di imprese e lavoratori. Sul fronte energetico, confermata anche la possibilità di un rilancio del nucleare pulito, «senza veti e preconcetti», oltre all'aumento della produzione di energia rinnovabile. Un punto del quale il leader leghista ieri ha ribadito l'importanza, ricordando come l'Italia sia «l'unico dei grandi Paesi al mondo che dice no al nucleare per ideologia, non per scienza». Un posto rilevante nel programma lo ha anche il contrasto all'immigrazione illegale, che tra l'altro prevede la difesa dei confini nazionali ed europei come richiesto dall'Ue con il nuovo Patto per la migrazione e l'asilo.

Dunque controllo delle frontiere e anche il blocco degli sbarchi già evocato da Salvini e Meloni per fermare, in accordo con le autorità del Nord Africa, la tratta degli esseri umani. In serata, il capogruppo al Senato Luca Ciriani apre alla rivistazione del Pnrr: «E per Fratelli d'Italia sarà importante anche rinegoziare il Pnrr per renderlo adeguato alle nuove esigenze economiche del Paese».

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