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Meloni rompe il tabù del governo Draghi. "Ci hanno lasciato 30 obiettivi del Pnrr da centrare subito"

Macché draghetta, cancellate. Ebbene, dice Giorgia, "io non lo voglio criticare, con lui ho dialogato con grande profitto nella fase di transizione"

Meloni rompe il tabù del governo Draghi. "Ci hanno lasciato 30 obiettivi del Pnrr da centrare subito"

Macché draghetta, cancellate. Ebbene, dice Giorgia, «io non lo voglio criticare, con lui ho dialogato con grande profitto nella fase di transizione». Però insomma, «dei 55 obbiettivi da centrare entro fine anno, a noi ne sono stati lasciati trenta», vale a dire più della metà. Io - insiste la premier - non voglio parlare male di chi ha ricoperto la carica fino a poche settimane fa. Non mi permetterei mai, sono al servizio delle istituzioni. Però, anche qui, parto da un dato incontrovertibile, non sto cercando delle scuse preventive se falliremo sul Pnrr e sciuperemo miliardi. Una cosa sia chiara. Fitto sta lavorando bene, sono fiduciosa che recupereremo, tuttavia se qualcosa mancasse all'appello non sarà colpa nostra».

E meno male che non vuole criticarlo. Sul piano di ripresa e resilienza poi, la missione principale a cui è stato chiamato del governo Draghi. Per non parlare del paragone tra una star internazionale come l'ex presidente della Bce e l'attuale ministro per gli Affari europei. Ma Giorgia Meloni, stretta dai tempi e dai pochi soldi in cassa, prima di aprire bocca su Super Mario deve aver messo tutto in conto, pure i sospetti, pure uno scontro con la Ue.

Si sta scaricando le responsabilità? Sta mettendo le mani avanti? Segue la regola consolidata di ogni nuovo presidente del Consiglio, accusare chi l'ha preceduto a Palazzo Chigi? L'unica cosa realmente certa è che lItalia è in ritardo sui progetti concordati con Bruxelles e rischia di non riuscire ad incassare per intero la prossima tranche di aiuti.

«Nel 2023 - spiega la Meloni a Repubblica - bisognerà cambiare e rendere più celere e fluida la capacità di utilizzo dei fondi. Raffaele Fitto ha fatto suonare la sveglia a tutti i centri di spesa».

Draghi imperturbabile tace. La sua ministra Mariastella Gelmini, oggi vicesegretaria di Azione, lo considera quello della Meloni «un tentativo maldestro» di scaricare la responsabilità sull'esecutivo precedente: «Le risorse trasferite da Bruxelles a Roma ammontano a oltre 66 miliardi di euro e questo vuol dire che abbiamo rispettato i tempi e raggiunto il target». E i 55 obbiettivi? «Il governo completi il lavoro iniziato». Anche per la renziana Raffaella Paita, presidente dei senatori del terzo polo, «la premier non ha uno straccio di idea e ora cerca alibi». E se Draghi si è fermato «è perché gli alleati di Meloni lo hanno fatto cadere».

E la Finanziaria, altro tasto dolente, altra corsa senza respiro. La premier si dichiara «certa di evitare l'esercizio provvisorio di bilancio», sperando che in Parlamento l'opposizione non faccia ostruzionismo. Certo, toccherà sbrigarsi evitando il fuoco amico degli emendamenti della maggioranza.

«Siamo pronti a lavorare anche nei giorni di festa - ha dichiarato - non era scontato mettere su una manovra così complessa nel giro di qualche settimana e sono orgogliosa del risultato. La gran parte delle risorse disponibili saranno usate per alleviare i contribuenti italiani alle prese con il varo bollette».

Qualcosa però verrà cambiato, come annuncia su Facebook, inaugurando la sua nuova rubrica settimanale: «Siete pronti ad aprire gli appunti di Giorgia?». Ad esempio, «la soglia dei 60 euro per il pos è soltanto indicativa, per me può essere pure più bassa». Il governo valuterà. «Vedremo come andrà a finire l'interlocuzione con la Commissione europea, perché il pagamento elettronico è tra gli obbiettivi del Pnrr, ma l'obbligo per importi così bassi incide tantissimo sui commercianti. Il tetto ha senso se nella Ue ce l'hanno tutti. Sostengono che vogliamo favorire l'evasione fiscale, ma è falso».

Poi, fermezza sul reddito di cittadinanza. «Voglio aiutare le persone ad uscire dalla povertà con il lavoro. Il lavoro porta ovunque, il reddito ti tiene dove sei e sarà più difficile inserirti nel mercato». Altri post sull'Ucraina. «Noi continueremo a difenderla senza scaricare i costi sui cittadini». E sulle imprese italiane, che intende tutelare. Dopo il provvedimento per la raffineria siciliana Isab-Lukoil, «garantiremo la sopravvivenza e la continuità produttiva di Prioplo, un'azienda che coinvolge diecimila lavoratori».

Alla prossima settimana.

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