La Meloni da Shanghai a Parigi. Al rientro troverà il rebus Rai e il Terzo polo che perde pezzi

Chiude la visita in Cina parlando di export e vola a Casa Italia a tifare Italia alle Olimpiadi

La Meloni da Shanghai a Parigi. Al rientro troverà il rebus Rai e il Terzo polo che perde pezzi
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Oggi a Parigi per le Olimpiadi, dopo una missione di 4 giorni in Cina per dimostrare che l'uscita dalla Via della Seta non penalizzerà la cooperazione con il gigante asiatico, ma anzi consentirà di fare più affari e migliori. Giorgia Meloni dopo Pechino è stata a Shangai, dove operano quasi 1.200 imprese italiane e dove ha incontrato il segretario del Partito comunista cinese della municipalità, Chen Jining, figura in ascesa ai vertici del Pcc. La premier, ricordando che l'interscambio Shanghai-Italia rappresenta quasi il 20% del totale tra Cina e Italia, ha sottolineato che il governo intende aiutare e sostenere le aziende italiane che investono nel Paese. «La bilancia commerciale nel 2022 - ha detto- quando siamo arrivati noi produceva un disavanzo per l'Italia di 41 miliardi di euro, quindi evidentemente non ha funzionato. Io ho sempre detto che l'Italia avrebbe dovuto uscire dalla Via della Seta e che questo non avrebbe compromesso i rapporti con la Cina».

Chiuso questo viaggio, tra i più lunghi da quando è a Palazzo Chigi, dopo una tappa a Tashkent, capitale dell'Uzbekistan, Meloni vola a Parigi con la figlia Ginevra per assistere a una gara dei giochi olimpici e visitare Casa Italia. Ma al rientro l'aspettano giorni di fuoco, prima della pausa estiva, con un vertice di maggioranza che si potrebbe tenere già domani o lunedì, comunque entro la prossima settimana. La necessità di incontrare gli alleati ha al centro in particolare la ricerca di un accordo politico con Forza Italia e Lega sulle nomine Rai. Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini ne discuteranno appunto al rientro a Roma della premier, che a Pechino ha manifestato l'intenzione di accelerare sulla governance di viale Mazzini. «Bisognerà procedere, anche perché si è dimessa pure la presidente Marinella Soldi, quindi sicuramente dobbiamo occuparcene nelle prossime settimane». Eppure, per il CdA Rai si parla di uno slittamento a settembre. Spiega il presidente del gruppo di FI al Senato Maurizio Gasparri: «Il gruppo del Pd si è espresso contro la calendarizzazione, il gruppo della Lega ha chiesto di riflettere, io ho ricordato che la procedura è complessa. La Camera elegge due componenti, il Senato altri due. Il governo ne designa due. Poi si riunisce il Cda per eleggere l'Ad e indicare il presidente che deve essere sottoposto al voto della Vigilanza». Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha spiegato che lunedì alla Conferenza dei capigruppo verificherà se c'è una maggioranza su una data per l'elezione dei componenti del Cda Rai, ma «decide la maggioranza dei presidenti dei gruppi e non il presidente».

Intanto i due vicepremier, dopo una serie di tensioni cercano di recuperare la sintonia auspicata da Giorgia. Dentro Forza Italia si guarda al disfacimento del Terzo Polo che può portare nuove entrate e consensi di moderati: in IV Luigi Marattin contesta la svolta a sinistra di Matteo Renzi, in Azione Raffaele Costa si è dimesso da vicesegretario e sembra sempre più lontano da Carlo Calenda. Costa potrebbe rientrare tra gli azzurri ma non ora, come Mariastella Gelmini, mentre con Nike Gruppioni sempre di Azione la trattativa sembrava conclusa ma si è fermata.

È Antonio Tajani che deciderà sui nomi e sugli spostamenti, e ieri il leader azzurro era in visita al carcere di Paliano, primo appuntamento dell'iniziativa di Fi «Estate in carcere», con visite negli istituti penitenziari per verificare le condizioni dei detenuti e confrontarsi con dirigenti e operatori. «Questo è un carcere modello - ha detto - per quanto riguarda la pena che rieduca, ma c'è un problema di sovraffollamento in Italia e abbiamo fatto una serie di proposte sugli istituti e sulla polizia penitenziaria».

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