Meloni a testa in giù? I professori radical chic a fianco del docente hater

Decine di post a sostegno del ricercatore veneto. E lui si difende: "Strumentalizzato"

Meloni a testa in giù? I professori radical chic a fianco del docente hater

Giorgia Meloni finisce con il suo libro a testa in giù, ma per il professor Simon Levis Sullam, autore del post finito nella bufera, si tratterebbe di una strumentalizzazione.

«Come professore associato di storia contemporanea all'Università Ca' Foscari Venezia - dichiara - , studioso di fascismo, antisemitismo, retoriche politiche e Shoah, dichiaro che il mio post stato erroneamente interpretato e fatto oggetto di strumentalizzazione politica». Subito la levata di scudi da parte di letterati della sinistra, corsi in soccorso del rampollo della Venezia bene, appartenente a una facoltosa famiglia ebraica.

Tra tutti spicca Carlo Greppi, famoso studioso, autore di libri sulla Shoah e sulla Resistenza anche per Feltrinelli il quale, postando l'immagine di un pugno chiuso, chiaro simbolo della sinistra comunista, scrive: «Vedersi scatenare addosso la macchina del fango non è mai piacevole, ma quando a farlo è un infame - etimologicamente: indegno di fama - è una medaglia al valore».

Oreste Veronesi, amico di Sullam, sul cui profilo Facebook spiccano bandiere di Potere al popolo, rigira la frittata: «La destra fa questo: quando la libertà di espressione non le piace usa ogni mezzo per far in modo che chi si è espresso taccia. La mia solidarietà totale a Simon Levis Sullam, che è peraltro uno storico di spessore e il fascismo lo conosce (e riconosce) molto bene».

Dennis Linder, professore a contratto presso la Clinica Universitaria Dermatologica di Padova, non si stupisce che «la signora Lippiello (la rettrice dell'Università Ca' Foscari) prenda le difese della Meloni. Dopo tutto - prosegue - supporta la collaborazione di Ca' Foscari con l'Istituto Confucio, emanazione di un regime assassino e liberticida. Mi raccomando, cerchiamo di restare opportunisti, saltiamo sul carro della me...da neofascista che avanza». E poi posta anche lui il libro della Meloni a testa in giù.

Piero Capelli, che si definisce ebraista e consulente editoriale e lavora anche lui alla Ca' Foscari rincara la dose: «Forse, se la foto in questione l'avessi postata per esempio io, che non sono ebreo, l'attacco non sarebbe magari neppure stato mosso».

Il giornalista Fabio Bozzato difende l'amico: «Se qualcuno osa anche solo vagamente dire che sono fascisti (non necessariamente di destra, eh) allora si è odiatori».

L'Università dalla sua sta valutando eventuali misure da prendere nei confronti di Sullam. Con ogni probabilità si saprà domani.

Ma c'è chi bacchetta il professore. Guido Guastalla, già vicepresidente della Comunità ebraica di Livorno usa parole durissime: «In Italia mettere a testa in giù un'immagine evoca quanto avvenuto a piazzale Loreto. Tutte le persone che abbiano un minimo di buonsenso e normale etica, benché di diversa idea politica, ritengono che Mussolini doveva essere catturato, processato e condannato e non che si dovesse compiere uno scempio dei cadaveri che è umanamente inaccettabile.

Non si capisce - conclude - come un professore universitario si debba comportare in modo superficiale e irresponsabile coinvolgendo col suo comportamento anche gli altri appartenenti alla comunità ebraica, contravvenendo al principio della responsabilità di ciascun ebreo nei confronti degli altri e della comunità nel suo insieme».

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